«I fiumi ancora una volta dimostrano di essere dei nastri trasportatori. Con le ultime piogge che hanno portato ad un innalzamento del livello del Tevere, – dichiara Carmen Di Penta, Direttore Generale dell’Associazione Marevivo – sono state avvistate diverse isole di rifiuti urbani, misti a quelli ingombranti come frigoriferi da bar, pericolosi anche per i naviganti, che si stanno arenando lungo gli argini, in particolare all’altezza del Reale Circolo Canottieri Tevere Remo».
Gli accumuli di rifiuti ritrovati nei giorni scorsi sul Tevere provengono, in realtà, da una discarica abusiva sull’Aniene, come è stato più volte denunciato, alle istituzioni territoriali, dal comitato costituto da UISP Comitato di Roma, le asd Canoa Kayak Roma ASSEX sez. Roma Rafting e “Svalicando..montagne e non solo”.
«Da Marzo, abbiamo segnalato la discarica, evidentemente illegale, sulla riva orografica destra del fiume Aniene, circa 300 mt, a valle del Ponte di Salone – racconta Gianni Russo coordinatore nazionale di UISPAcquaviva – e l’abbiamo denunciato alle autorità competenti. La discarica, tutt’ora attiva, è presumibilmente divenuta un punto nodale di una filiera illecita legata alla raccolta e dispersione di rifiuti che sta devastando il territorio tiburtino e non solo».
La discarica si trova in un luogo isolato, limitrofo all’Aniene, dove riescono ad arrivare mezzi di ogni genere per scaricare in fiume rifiuti di ogni tipo. L’accesso è dalla strada sterrata, lasciata aperta dal cantiere per i lavori di ampliamento dell’autostrada A24, conclusi ormai da un paio d’anni.
«Nelle discese di monitoraggio, che da circa 20 anni i nostri associati effettuano sul basso corso dell’Aniene, – continua Gianni Russo– peraltro un tratto di notevole valenza paesaggistica, abbiamo purtroppo di recente riscontrato la presenza di rifiuti flottanti di ogni dimensione e tipologia: frigoriferi, televisori, computer, bombole di gas e di ossigeno, galleggiare lungo l’Aniene trattenuti dai tronchi e dai rami. È stato impossibile recuperarli, ma abbiamo chiesto più volte di bloccare l’attività della discarica».
«Per questo Marevivo – conclude Carmen Di Penta – ha lanciato la campagna #RisparmiamoPlasticaAlMare per bloccare i rifiuti alla foce dei fiumi prima che arrivino al mare. L’80% della plastica che finisce in mare, infatti, arriva proprio dai fiumi, un disastro che dovremmo, e vorremmo, arrestare. Molti grandi fiumi sversano con tutti i loro inquinanti anche nel Mar Mediterraneo, un mare piccolo e semi-chiuso che impiega più di 80 anni solo per il ricambio delle acque superficiali e centinaia per quelle profonde. I rifiuti, con le mareggiate, dal mare arrivano poi in spiaggia e diventa dispendioso per i comuni smaltirli».