Morì dopo trapianto, gip: nessuna errata valutazione medica

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Nessuna “errata o imprudente valutazione di idoneita’ del cuore ma a portare “all’insuccesso dell’intervento” e’ stata “una molteplicita’ di fattori” dovuti alla “difficile patologia del ricevente”. Lo sottolinea il gip di Milano Anna Calabi nel provvedimento con cui ha archiviato l’indagine cui due medici del San Raffaele e tre del San Camillo rispondono di omicidio colposo per la morte di un sessantenne cardiopatico avvenuta nel settembre 2016 nella struttura sanitaria di Roma, dopo il trapianto di cuore prelevato a un 48enne milanese e inviato d’urgenza dall’ospedale fondato da don Verze’. Il giudice, dopo aver esaminato le “opposte tesi scientifiche” messe nero su bianco dai consulenti delle parti ha sottolineato che l’intervento a cui fu sottoposto l’uomo “era particolarmente complesso per le condizioni generali del paziente che avrebbe ricevuto l’organo” e che “i medici avevano compiuto tutte le manovre e tutti gli esami necessari per assicurare l’ottimale riuscita” della delicata operazione, tenendo conto che il paziente poi deceduto “mostrava refrattarieta’ alla terapia medica” e “manifestava una piu’ veloce e frequente propensione allo scompenso. A fronte di questa situazione – aggiunge il gip – e’ stato corretto ritenere idoneo avviare le procedure per un trapianto e procedere all’intervento” anche perche’, come era emerso dalla cartella clinica e dai test a cui fu sottoposto l’uomo, “se non si fosse sottoposto a trapianto la prognosi appariva gravata dal 70 per cento di probabilita’ di morte, quindi molto elevata”. Quindi, conclude l’atto di archiviazione, non e’ “ravvisabile alcuna responsabilita’ a carico degli indagati che avevano compiuto una valutazione corretta di idoneita’ e avevano svolto il difficile intervento assicurando ogni manovra per scongiurare l’evento morte”. Contro il provvedimento, annunciano i legali della famiglia, verra’ presentato ricorso per Cassazione e “valuteremo – spiega l’avv. Mario Murano – se presentare una autonoma denuncia alla Procura di Roma alla luce dei risultati emersi durante le consulenze di parte”.

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