Due rappresentanti del clan Casamonica cercarono di intimidire in tribunale una persona che era parte offesa in un procedimento a carico Pasquale Casamonica. La circostanza e’ citata dal gip Gaspare Sturzo nell’ordinanza cautelare emessa nei confronti di 23 indagati. Tutto parte da una nota del 23 giugno 2017 del commissariato Viminale che comunicava quanto accaduto una settimana prima quando, in occasione in un incidente probatorio nel processo a carico di Pasquale Casamonica, una parte offesa era stata “avvicinata dagli indagati Consiglio Casamonica, detto Simone, e Liliana Casamonica detta Stefania, rispettivamente cugino e sorella di Pasquale, i quali gli dicevano che avrebbe dovuto ‘far uscire Pasquale’, o meglio, da intendersi tale ordine di ritrattare le dichiarazioni accusatorie precedentemente rese”. “Sappiamo come l’udienza con le forme dell’incidente probatorio non sia pubblica – avverte il giudice -. Appare, quindi, evidente come la presenza dei due Casamonica, nei locali del tribunale di piazzale Clodio, si spieghi esclusivamente con la finalita’ di avvicinare ed intimidire la persona offesa al fine di indurla a ritrattare le precedenti accuse”. Per il gip questa condotta e’ “in sostanza una conferma del metodo mafioso” attribuito ai Casamonica.