Fiumicino, il Comune grande quanto una provincia: parla Michela Califano

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Michela Calfiano, 52 anni, sposata e madre di due figli. ha la politica nel sangue. Ha iniziato a 15 anni entrando a far parte dell’Azione Cattolica Giovanile. Nel 1994 aderisce al PPI e ne diventa membro della segreteria provinciale di Roma. Nel 2002 aderisce alla Margherita, ricoprendo ruoli di dirigente provinciale e regionale del Lazio. Nel 2007 viene eletta membro dell’assemblea nazionale del PD. Dal 2008 al 2014 svolge il ruolo di consigliere comunale di Fiumicino, eletta con un gran numero di preferenze, ricoprendo importanti ruoli politici ed istituzionali, compreso quello di presidente del Consiglio comunale. Il 5 ottobre 2014 si svolgono le elezioni della neonata Città Metropolitana di Roma Capitale e viene eletta consigliere metropolitano. Quale dirigente PD ha ricoperto ruoli anche presso i circoli Dem a Civitavecchia e Cerveteri ed oggi la incontriamo per una intervista a tutto campo.

Fiumicino, quale futuro per un Comune giovane con dimensioni territoriali pari ad una provincia?

Fiumicino ha guadagnato la sua autonomia da Roma solo 25 anni fa: pochissimi per qualsiasi comune, figuriamoci per il nostro che, in termini di estensione, con 215 km quadrati, è il quarto comune del Lazio. Lo dico sempre, Fiumicino per la sua estensione e per l’insieme delle località che lo compongono, è come una provincia. Da quando è municipio e le vari amministrazioni hanno iniziato a dare una propria identità a questo territorio. Dietro questo nome non c’è solo l’aeroporto della Capitale d’Italia, ma anche uno sconfinato ed interessante territorio. Come diceva il sindaco Bozzetto Fiumicino è terra, cielo e mare cosa rarissima per un territorio, quindi è un comune con delle grandi potenzialità. La nostra posizione è strategica sia per i collegamenti aerei, che per il gommato, ed anche per le strade del mare. In questo senso tanti progetti a livello “Paese” mettono Fiumicino al centro di questo sistema, proprio per la sua posizione geografica ed unica nel suo genere. Tutto questo va messo a sistema e sfruttato a beneficio del territorio e specialmente dei suoi abitanti.

L’Amministrazione Montino ha gestito i forti cambiamenti della geopolitica locale, quale è la dimensione di Fiumicino oggi?

Durante i quasi cinque anni della nostra amministrazione, voteremo nel 2018, il sindaco Montino ha guidato questo comune in un periodo di cambiamenti importanti per gli amministratori. Sono sparite le Provincie il primo ente superiore dove andar a bussare per alcune competenze sui territori. Sono nate le Città Metropolitane e, non volendo parlare dell’Ente ma della concezione di dover ragionare anche e soprattutto fuori dai propri confini e quindi in termini di metropoli per i grandi temi, devo riconoscere al sindaco di aver colto che Fiumicino potesse e dovesse diventare la “Porta del Mediterraneo” e del sistema Paese. Abbiamo quindi messo al centro della nostra agenda la realizzazione del porto commerciale, dando per quanto di nostra competenza l’impulso a completare l’iter amministrativo, abbiamo lavorato di concerto con la Sovraintendenza per rendere finalmente fruibili i percorsi archeologici, abbiamo dato al nostro comune una rete di piste ciclabili che porteranno ad avere una pista ciclabile  di 24 chilometri che collega Fiumana Grande a Passo Oscuro, fino alla pista costruita dal Comune di Ladispoli in località San Nicola. Abbiamo lavorato in questi cinque anni all’ammodernamento della città: penso alla sostituzione del ponte 2 Giugno, ai nuovi sistemi di viabilità, al sistema di video sorveglianza che conta di 84 telecamere attive 24 ore su 24 e collegate per 365 giorni l’anno con la sala operativa delle nostre forze dell’ ordine, alla nuova impiantistica di illuminazione, al rifacimento del lungomare di Maccarese e Fregene, ai servizi primari che abbiamo portato in zone più a nord del nostro comune, alla pedonalizzazione del centro storico, all’acquisizione della vecchia centrale dell’Enel, dove dovrà sorgere un auditorium e centro culturale. Fiumicino oggi ha una raccolta differenziata porta a porta su tutto il territorio, che si attesta su una percentuale vicina al 75%: un risultato unico se si tiene conto della densità del nostro territorio, un risultato che ci vede tra i comuni “ricicloni” di Italia. Insomma, tanto è stato fatto e tanto è ancora da fare ma la lungimiranza del sindaco è stata quella di fare e contestualmente pianificare il prossimo futuro economico/urbanistico della nostra città. Senza una visione di crescita e futurista un comune come il nostro non si può amministrare.

La sindaca Raggi ha appena presentato il nuovo PUA di Ostia con cui confinate, quali i possibili riflessi sul vostro Piano di utilizzo degli arenili?

Sinceramente non trovo nessuna influenza e nessun riflesso. Devo dire che, tolta la striscia di salvaguardia della costa di Castel Porziano, i nostri lungomari non sono assonanti. Il nostro costruito dietro ai lungomari non è di grande impatto urbanistico, ed anche le nostre strutture ricettive, gli stabilimenti, sono molto più contenuti rispetto a quelli del X municipio. Noi abbiamo già i varchi a mare aperti, e un’altra differenza è che la spiaggia libera è intervallata tra gli stabilimenti quindi già abbiamo una visuale molto più aperta rispetto alla situazione del mare di Ostia.

Da dirigente PD ha ricoperto importanti incarichi a Cerveteri e Civitavecchia, come giudica questi due Comuni?

Sono due comuni di grande dimensione, ognuno con delle grosse potenzialità. Civitavecchia ha il porto di Roma, e quindi parliamo del sistema turistico legato ai crocieristi e del sistema intermodulare di nodo di scambio merceologico. Cerveteri è uno dei siti archeologici più importanti del circondario, dichiarato patrimonio dell’Unesco, ed un entroterra che ha notevoli potenzialità di sviluppo. Il turismo dovrebbe essere  un volano importante per entrambi: si pensi a quanti croceristi scendono a Civitavecchia.  Cerveteri la vedo comunque per alcune tematiche più avanti rispetto a Civitavecchia, e penso ad esempio alla cura e alla manutenzione della città,  ad alcuni servizi realizzati, scuole, parchi, ed anche al rispetto dell’ambiente Almeno in questo comune, che ha un’estensione importante simile a Fiumicino, un vasto  entroterra  ed il litorale con le sue attività balneari/turistiche,  hanno iniziato a portare il porta a porta in tutto il territorio che, per come la vedo io, è sinonimo di rispetto ambientale e salto culturale rispetto alle tematiche dei rifiuti visti come risorsa.

Il PD, nato dalla fusione di moderati centristi e moderati di sinistra, oggi è chiamato a fare i conti con un forte dissenso della sinistra: cosa è cambiato nel PD?

Io penso che nel PD non sia cambiato nulla rispetto a dieci anni fa, quando ci siamo messi in campo facendo una fusione tra due importanti soggetti politici, che avevano una loro lunga storia e cultura alle spalle, ma che condividevano un orizzonte comune e cioè quello di essere un partito riformista e progressista. Piuttosto, in questi due lustri è successo qualcosa di importante intorno al PD, e penso alla fine del bipolarismo che assegnava ai due schieramenti un campo di gioco e di azione ben delineato e definito, e penso quindi alla scomposizione e all’implosione del soggetto politico avversario per antonomasia e cioè alla Casa della Libertà. La terza repubblica, se così si può chiamare, ha in campo la percentuale più alta di disaffezione dei cittadini verso la politica ed i partiti chiamati tradizionali, disaffezione che ha garantito ad un movimento populista come quello dei 5 Stelle di mettersi alla guida di questo malessere. Io credo che il tempo ci darà le giuste risposte e ragioni, perché gli strilloni dell’onestà, laddove sono stati chiamati alla guida delle amministrazioni, o sono immobili o stanno dimostrando che tra strillare e fare l’amministratore c’è una bella differenza, e che quindi i marziani, quelli da mandare al rogo non siamo noi. Ciò che si sta creando alla sinistra del PD, e in particolare mi riferisco a coloro che fino ad ieri erano compagni di viaggio, faccio fatica a dargli un’analisi solo politica. Chi può negare che il PD al governo non abbia fatto riforme di sinistra? In tutta onestà penso che il problema non sia di visione politica, ma di mancato feeling con chi ora è maggioranza nel partito e quindi penso che ben poco si può fare se non si decide di lasciare indietro i propri istinti di protagonismo, e di tornare a riunire in un unico campo tutte le forze riformiste del centrosinistra.

Alberto Sava

 

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