Uno degli aspetti del progetto rinnovato dello stadio della Roma sui quali l’inchiesta della Procura di Roma vuole fare luce e’ quello del vincolo architettonico sulle tribune dell’Ippodromo di Tor di Valle.
Anche su questo, per la Procura, l’azione di Luca Parnasi si concentro’ seguendo “lo schema operativo tipici del sodalizio” che in questo caso si avvalse della “mediazione dell’avvocato Claudio Santini gia’ capo segreteria del Ministro ai Beni culturali, al fine di avvicinare il suo Sovrintendente Francesco Prosperetti chiamato a pronunciarsi sul vincolo”. Come riscontro la Procura indica “un incontro tra il Sovrintendente e il gruppo Parnasi il 19 maggio del 2017” e la successiva decisione di affidare al’architetto Paolo Desideri “la redazione di un progetto necessario per superare la questione del vincolo”. Dalle intercettazione emerge che Desideri “oltre ad essere amico di Prosperetti e’ anche il datore di lavoro della figlia Beatrice”. La procedura per il vincolo sulle tribune di Lafuente viene attivata il 15 febbraio 2017 e il 15 giugno dello stesso anno viene archiviata: nel frattempo Prosperetti era diventato direttore della nuova sovrintendenza speciale Archeologica-Belle arti-paesaggio di Roma. Secondo la Procura Santini per la sua “mediazione per conto di Parnasi” ha percepito “quale compenso per questa illecita attivita’ 53.440 euro”.
“Anche l’Autorità Anticorruzione ha chiuso tutti e due gli occhi sullo scandalo dello Stadio della Roma, e nel parere emesso da Raffaele Cantone lo scorso 2 marzo sembra che l’Anac non si sia accorta di ciò che stava avvenendo, affermando che ‘da un esame della documentazione depositata agli atti dell’Autorità non sono state rilevate criticità in merito alla costruzione del nuovo stadio della Roma in località Tor di Valle'”. Così in una nota il Codacons. “Ci chiediamo come sia possibile che l’Autorità che vigila sulla corruzione in Italia non abbia ravvisato né criticità nel progetto, né il sentore di ciò che la Procura ha portato alla luce – spiega il Codacons – Siamo costretti ad inviare oggi il parere dell’Anac all’attenzione della magistratura, affinché accerti l’attività svolta dall’ente sul progetto relativo allo Stadio”. “Vogliamo capire se Cantone e gli altri funzionari dell’Autorità abbiano letto l’articolo 4.4 delle norme tecniche di attuazione contenenti le deroghe alla superficie utile lorda che volevano consentire volumi di edificazione enormi, – prosegue la nota – e se abbiano preso visione delle obiezioni relative alla costruzione del ponte e alle tante criticità del progetto Tor di Valle, o se al contrario sia stato tenuto nascosto all’Anac l’aumento artificioso delle volumetrie e delle superfici commerciali. Con apposita istanza d’accesso in base alla legge 241/90 l’associazione chiede di avere copia di tutti agli atti relativi all’attività istruttoria dell’Anac che ha preceduto l’emissione del parere positivo dello scorso 2 marzo, parere che, alla luce di quanto emerso oggi in sede penale, appare inspiegabilmente errato”, conclude il Codacons.