Abitanti ex Penicillina: «Mercoledì racconteremo la verità»

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Per tanto tempo si e’ parlato di loro, mercoledi’ saranno loro a prendere la parola. Gli abitanti dell’ex fabbrica della penicillina, uno scheletro di cemento armato diroccato e inquinato dall’amianto e da rifiuti pericolosi sulla via Tiburtina, terranno una conferenza stampa mercoledi’ alle 12 “dove un nostro comitato prendera’ parola e fara’ le sue proposte per trovare insieme alle istituzioni la soluzione migliore per tutti”. Gli abitanti hanno “deciso di prendere parola per raccontare la verita’ su un caso di abbandono che dovrebbe far vergognare tutte le istituzioni.

Questo e’ uno stabile mostruoso, dove ci sono rifiuti tossici e condizioni di vita a dir poco malsane, un pericolo quotidiano per noi che ci abitiamo e per tutto il quartiere. Noi non abbiamo scelto di vivere qui, ma siamo stati obbligati dalla poverta’ e dalla mancanza di alternative. Noi siamo colpevoli di essere poveri, siamo caduti in disgrazia e siamo entrati a gruppi, piano, piano, in questo stabile abbandonato, di cui abbiamo ripulito una piccola parte per poterci abitare. Come in tutti i luoghi marginali, in tutti i luoghi di disperazione, purtroppo ci sono anche persone che prendono una brutta strada, che rovinano con il loro comportamento tutta la nostra immagine”. Tanto che “quando la polizia e i carabinieri ci hanno indicato la persona indagata per l’omicidio di Desire’e siamo stati noi a consegnarla alle forze dell’ordine. Questo non perche’ vogliamo passare come angeli, ma per dire che noi siamo pronti a fare la cosa giusta, ma non siamo pronti a diventare carne da macello, materiale per gli speculatori, che usano la nostra disgrazia per fare i loro interessi. Siamo semplicemente persone che hanno l’unica colpa di non avere un lavoro stabile e di essere nati in paesi impoveriti da questo sistema economico. La criminalizzazione della poverta’ e la guerra tra poveri non sono la soluzione per queste situazioni di degrado”. Lo stabile e’ tra i primi nella lista degli sgomberi stilata dalla della Prefettura e gli abitanti non hanno nulla in contrario sull’operazione, a patto che alle persone venga garantita una degna sistemazione alternativa: “Noi siamo pronti a fare la cosa giusta, e siamo d’accordo con le realta’ sociali e politiche del territorio che rivendicano da tanto tempo l’evacuazione, la requisizione e la bonifica di questo stabile, per ridarlo al territorio, al quartiere di San Basilio. Pero’ non siamo pronti a morire di freddo, a vivere sotto a un ponte, a vedere calpestata ulteriormente la nostra dignita’. Avere un posto dove dormire e’ un diritto umano, che deve essere garantito a tutte le persone di questo mondo”.

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