Il pontile di Ostia tra degrado e cultura. A passeggio con i residenti (FOTO)

Troppi incontri poco raccomandabili, troppi venditori abusivi. Ma c'è ancora un'atmosfera unica che esprime un secolo di cultura

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Un cuore che batte all’aria aperta. Il pontile di Ostia da quasi un secolo cattura le emozioni dei passanti, in un sospiro che oggi parla di nostalgia e voglia di cambiamento.
Fra i residenti c’è chi dice che il posto ha perso tutto il fascino di una volta.

DEGRADO – Troppi incontri poco raccomandabili, troppi venditori abusivi. Troppe cicche e lattine che restano a terra per giorni. “Un tempo il pontile era valorizzato –dice Alfio che abita a Ostia dal ‘63- era un luogo simbolo della comunità, rovinato negli anni da una speculazione ambientale sfrenata che continua a danneggiare il litorale, calandosi nel nostro contesto urbano senza alcun criterio” .

LA LOGICA DEL CEMENTO – E’ la logica del mattone selvaggio, che si abbatte con indisturbata ferocia sul paesaggio e sulle nostre città d’arte, in nome degli interessi legati al cemento. “Ogni tanto dal Municipio parte qualche intervento di recupero –spiega Giuliana mentre spinge il passeggino in piazzale dei Ravennati- ma si tratta per lo più di palliativi. Di sera l’illuminazione è  troppo scarsa e il luogo andrebbe interamente sorvegliato, per via dei parcheggiatori abusivi, dei furti che si verificano per tutto il lungomare e per evitare che i graffiti dei soliti vandali rovinino quei pochi arredi urbani che abbiamo”. Un problema segnalato anche dall’Associazione Nazionale Antigraffiti per il decoro urbano, che da tempo denuncia come, malgrado i lavori di restyling, le balaustre bianche del pontile vengano puntualmente imbrattate con dediche d’amore e scritte realizzate con la vernice. Degrado e cattive abitudini che guastano un posto dove il mare lo vivi tutto l’anno, grazie alle giornate di sole che sia in inverno che in estate regalano una naturale atmosfera di festa.

CULTURA – Un vero e proprio faro per la comunità è, invece, lo spazio culturale situato all’inizio del pontile, chiamato “Approdo alla lettura”, frutto del lavoro dell’associazione “il Librario” di Elio e Tullio Catalano e presente sul territorio da ben 13 anni. Negli stand i visitatori hanno a disposizione migliaia di libri, serate a tema e laboratori creativi pensati per i bambini. E poi uno spazio espositivo di ben 14 metri dedicato alle mostre di autori emergenti, fotografi e pittori, gestito alternativamente dalle associazioni culturali De Gas e Spazi all’Arte. “La comunità risponde molto bene alle nostre iniziative –spiega Gioia Rossi, referente instancabile di quest’oasi fatta di storie, libri e parole che non si perdono nel vento- Il lunedì e il mercoledì, ad esempio, organizziamo le serate per i più grandi, dedicate agli stornelli e alle poesie romanesche. Ci si diverte, si sta insieme, e molte persone portano la sedia da casa”.
“Qui siamo gli unici che offrono arte -continua Gioia- tuttavia il Municipio non ci sostiene”.
A quanto pare ogni anno salta fuori un nuovo cavillo burocratico e le associazioni devono lottare per rimanere sul territorio. Battaglie vinte anche grazie al sostegno e all’affetto della gente.
“Il pontile è un simbolo di Ostia – dice una combriccola di residenti nei pressi dell’edicola in via Giuliano da San Gallo “è un posto con un potenziale enorme, sfruttato poco e male. Ci serve il sostegno delle istituzioni per risolvere il problema della microcriminalità, per porre fine all’abusivismo e al degrado”. Per guarire questo cuore, un po’ malandato, ma pieno di sentimento.

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