Allargamento via Tiburtina, un’opera senza certezza

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Nessuna risposta esaustiva a garanzia delle maestranze né sul prosieguo dell’opera, oggetto di contenziosi e di continui ritardi, sia da parte della società Tiburtina Scarl – afferente alla Tecnis, appena rientrata in regime di amministrazione ordinaria  dopo il commissariamento giudiziale – sia da parte del Dipartimento dei Lavori Pubblici del Comune di Roma. Questo lo stato dell’arte dei lavori di adeguamento della via Tiburtina, arteria fondamentale per un intero quadrante cittadino su cui transitano quotidianamente circa un milione di persone, ed in cui operano i 60 lavoratori edili dell’importante cantiere che ancora attendono il pagamento delle retribuzioni di gennaio e febbraio 2016.

 

20 milioni di euro circa, l’oggetto del contendere tra la società appaltatrice  (Tiburtina Scarl) e la stazione appaltante (Comune di Roma) ai quali è appeso il futuro dell’allargamento di via Tiburtina e delle maestranze in esso impegnate, mentre i crediti vantati dalla Tecnis (alla quale fa capo la Tiburtina Scarl) nei confronti di tutte le stazioni appaltanti disseminate per l’Italia ammontano ad oltre 40 milioni di euro, cifra monstre all’ombra della quale potrebbe consumarsi il dramma sociale di quasi 500 licenziamenti sull’intero territorio nazionale, per scongiurare il quale un vertice al Mise ha visto impegnati di recente i sindacati nazionali dell’edilizia di Cgil, Cisl, Uil.

 

Esasperati dalle difficoltà di lungo corso, i sindacati territoriali di categoria Feneal Uil Roma, Filca Cisl Roma, Fillea Cgil Roma e Lazio, assieme alle maestranze ormai sul piede di guerra, alle quali è stato persino sospeso il servizio mensa, hanno dichiarato lo stato di agitazione presso il cantiere di via Tiburtina.

 

Chiediamo al Prefetto di Roma di convocare con urgenza un tavolo con il Sindaco della città e con la presidenza del IV Municipio, non soltanto per dirimere le questioni retributive dei lavoratori, bensì per porre al centro della discussione il tema della necessità di terminare l’opera in tempi certi” – dichiarano Remo Vernile della Feneal Uil Roma, Domenico Facchini della Filca Cisl Roma, Eric Wibabara della Fillea Cgil Roma e Lazio – “Ci riteniamo profondamente insoddisfatti degli incontri avuti ad oggi a questo riguardo presso le sedi istituzionali e siamo assolutamente convinti che la città, per lo stato in cui versa, non possa permettersi né ulteriori incompiute, anche a fronte dei disagi sostenuti dalla cittadinanza, né la perdita di altri posti di lavoro” – concludono i tre sindacati – “Le maestranze sono ormai esauste, confidiamo pertanto in un riscontro da parte del Prefetto in tempi rapidi. Diversamente proseguiremo ad oltranza con la protesta presso tutte le sedi più opportune”.

 

 

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