Tumori, un semplice esame del sangue per scovare quelli infantili

La promessa arriva da uno studio di un team della University of Cambridge e dell'ospedale Addenbrooke di Cambridge

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Potrebbe essere una svolta eclatante e la promessa arriva da uno studio di un team della University of Cambridge e dell’ospedale Addenbrooke di Cambridge. Uno studio che sarà presentato alla conferenza del National Cancer Research Institute di Liverpool. Sono state identificate nel sangue, infatti, le “impronte digitali” di undici tumori che colpiscono il bambino. L’individuazione delle tracce biologiche potrà consentire in futuro di riconoscere il cancro tramite un esame del sangue.

«L’équipe di ricerca – si legge sul sito www.tgcom24.mediaset.it – ha analizzato il sangue di piccoli pazienti oncologici e rinvenuto la presenza di molecole (microRna) caratteristiche e distintive di ciascun tumore, ricostruendo, in sostanza, l’impronta digitale del cancro impressa nel sangue del paziente. In altri termini, per ciascun tumore si trova nel sangue un set diverso e distinto di microRna.  I tipi di cancro studiati sono diversi tipi di neuroblastoma (ciascuno con la sua impronta digitale, cosa che potrebbe consentire terapie personalizzate con un semplice prelievo), i tumori di Wilms, l’epatoblastoma, vari linfomi, il rabdomiosarcoma, l’osteosarcoma, il glioma, il sarcoma di Ewings e altri. Serviranno ora altri e più ampi lavori indipendenti per confermare questi risultati e avviare l’inizio di una nuova era nella diagnostica in oncologia pediatrica». Inoltre l’Aifa, ha affermato che i primi vaccini terapeutici contro il cancro potrebbero arrivare entro i “prossimi tre anni e gli studi in questo settore sono già in fase avanzata”. Ad annunciarlo, parlando della nuove prospettive nel settore delle vaccinazioni, è stato il direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco Luca Pani, in occasione del convegno sulla vaccinazioni in Europa promosso dal ministero della salute nell’ambito del semestre di presidenza Ue.

L’ANNUNCIO – “Oltre alle vaccinazioni ‘classiche’ contro le malattie infettive, rispetto alle quali non va assolutamente abbassato il livello di attenzione – ha detto Pani – ci sono oggi delle grandi evoluzioni: i vaccini per l’immunoterapia del cancro, che dovrebbero arrivare nei prossimi tre anni, ed i vaccini contro l’Alzheimer e contro le sostanze di abuso come la cocaina, che dovrebbero invece essere pronti in 5-10 anni”. Dunque, ha sottolineano Pani, “ci saranno vaccini per tutte le età della vita”.
Inoltre, ”la tecnologia sta progredendo, e siamo giunti alla conoscenza del genoma informatizzata”. Ciò permette di scoprire ”meccanismi vaccinali – ha commentato – che rappresentano un’arma fondamentale contro i virus, ma permette anche di conoscere gli attacchi che il sistema immunitario rivolge a se stesso, che sono alla base di molte malattie”. Allo studio, ha rilevato il presidente dell’Aifa Sergio Pecorelli, “sono dunque vaccini terapeutici e preventivi. In molti casi saranno vaccini ‘su misura’, tagliati cioè a seconda dei singoli pazienti. Ciò – ha concluso – porrà ovviamente anche un problema di costi, che andrà affrontato”. La questione dei costi è stata sottolineata anche dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, la quale ha sottolineato come si stia lavorando ad una ”strategia a livello Ue per sostenere i costi dei nuovi vaccini”, puntando ad esempio sulla valutazione di meccanismi come quello dell’individuazione di prezzi sovranazionali.

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