di ALBERTO SAVA
“Rischio di finire a vivere nella mia macchina, un’utilitaria, unico bene sopravvissuto allo schianto della crisi”. Così iniziava il nostro articolo del 25 ottobre scorso, in cui abbiamo narrato il drammatico disagio sociale di Alessandro Quinte. Ritorniamo su alcuni passi di quell’articolo per ricordare insieme la disumana storia di “vita vissuta” di questo lombardo, migrante da Nord al Centro, in senso contrario, contrario come il destino di quest’uomo da quanto si trasferì a Cerveteri.
LA STORIA DI ALESSANDRO QUINTE
Nato a Milano quarantasei anni fa, e residente a Cerveteri (si fa per dire!) dal 2008, dopo essersi sposato con la donna da cui si è separato nel 2013. Invalido al cento per cento, e malato oncologico, Alessandro è stato un programmatore informatico, fino al momento in cui l’azienda per cui lavorava chiuse i battenti, e per lui iniziò la via crucis di tanti italiani esodati, alla ricerca disperata di un nuovo lavoro. Al tracollo lavorativo, ed ai pochi soldi della mobilità, intanto si aggiungeva anche il tracollo della salute, fino al riconoscimento dell’invalidità civile totale. Presto si ritrova senza più un tetto, e con una pensione d’invalidità di duecentottanta euro al mese, una miseria. Per un periodo un gruppo di amici lo aiuta economicamente, m poi anche questa parentesi si chiude. Si rivolge al comune di Cerveteri, ma, al di là di tante parole, e dopo aver atteso a lungo, viene mandato in un ospizio di Anguillara, in attesa di una sistemazione più decorsa e soprattutto idonea al suo stato di invalido totale ed ammalato oncologico, che impone un bisogno assoluto di una dignitosa privacy. Dopo un paio di settimane di ricovero all’ospizio “l’Approdo” di Anguillara, i Servizi Sociali di Cerveteri gli offrono un’alternativa, che Alessandro Quinte descrive cosi: «Mi hanno proposto una coabitazione con altre persone in un tugurio nel centro storico. Una prospettiva di promiscuità per me impraticabile – continua Alessandro – anche a causa del carcinoma al colon che mi costringe ad un uso frequente del bagno». «Ho scritto email – incalza Alessandro – invocato soluzioni dignitose, e non prospettive precarie da sommare al mio stato di precarietà consolidata. Contemporaneamente all’offerta della coabitazione, dai Servizi Sociali di Cerveteri, è partita la disdetta dall’ospizio di Anguillara». «Mi è stata comunicata la disdetta – riprende Alessandro – ma per fortuna la titolare dell’Approdo, signora Ivana Sorana, ha dimostrato grande disponibilità verso la mia situazione, autorizzandomi a restare a dormire gratuitamente. Ovviamente non so per quanto tempo sarà possibile questa ospitalità totale. Non posso che dire grazie all’Approdo di Anguillara, dove ho trovato persone sensibili e di grande umanità».
UNA POSSIBILE SOLUZIONE
Ai giornalisti che hanno sollecitato di nuovo l’assessore ai Servizi Sociali di Cerveteri sulla precaria situazione di Alessandro Quinte, Francesca Cennerilli ha confermato l’offerta della coabitazione, ma ha anche aggiunto che Alessandro Quinte è stato arrogante. A volte, la disperata solitudine che si prova nel confrontarsi con le istituzioni, viene confusa da quest’ultime con l’arroganza. Ma forse una possibile soluzione al caso di Alessandro Quinte è arrivata, sotto forma di un comunicato ufficiale, diffuso ieri pomeriggio proprio dagli uffici di piazza Risorgimento. Ecco il testo: “Il comune di Cerveteri è capofila di un bando per la concessione di contributi in favore delle famiglie o delle persone sole che si trovano in una situazione di estrema povertà. Il progetto ha carattere distrettuale, quindi riguarda i cittadini di Cerveteri e di Ladispoli. Infatti, attraverso l’ufficio di piano sociale di zona, le Amministrazioni comunali di Cerveteri e Ladispoli hanno avviato il progetto Comunità Solidali, finanziato con fondi della Regione Lazio, per concedere contributi economici una tantum, fino a esaurimento dei fondi a disposizione, a integrazione del reddito dei cittadini residenti nel territorio distrettuale con una situazione Isee attestante lo stato di disagio socio-economico. Il nostro obiettivo del progetto – ha spiegato l’assessore Francesca Cennerilli – è quello di offrire un sostegno concreto alle famiglie che vivono uno stato di disagio e hanno minori a carico, agli anziani e alle persone sole. Sono previsti contributi economici a integrazione del reddito familiare come buoni spesa, buoni pasto, buoni per libri scolastici, contributi per specifici servizi alla persona e per le utenze domestiche». A quanto pare un bando che può dare un grande sostegno ad Alessandro Quinte, del quale i Servizi Sociali posseggono già tutta la documentazione, richiesta dell’avviso pubblico, e conoscono molto bene il suo caso. Quindi, attesi i tempi tecnici, e valutata ancora la documentazione, non resta che erogare all’invalido totale e malato oncologico il contributo, al quale, purtroppo per lui e per le condizioni in cui versa, pare proprio aver totale diritto. Si spera che il prossimo Natale sia un po’ meno triste per Alessandro Quinte, e più sereno per l’assessore Cennerilli.
L’articolo in versione integrale sul Giornale della Provincia di giovedì 17 novembre 2016