Sciopero taxi, stop a Ciampino e Fiumicino

Codacons: “Danno immotivato, illegittimo e ingiusto agli utenti”

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Prosegue anche questa mattina lo sciopero dei taxi cominciato giovedì scorso con il blocco del servizio a Roma, Milano e Torino per protestare contro il maxiemendamento del Milleproroghe. Anche oggi, dunque, nessuna vettura bianca negli aeroporti di Fiumicino e Ciampino, nonostante l’invito lanciato ieri sera dai rappresentanti di Unica-Filt Cgil ed Uritaxi a riprendere il servizio.

I passeggeri, oramai informati, hanno potuto muoversi anche grazie ad Aeroporti di Roma, la società di gestione aeroportuale, che continua a garantire, nei due scali, un servizio gratuito di navette per agevolare i viaggiatori nei trasferimenti verso Roma. Personale aeroportuale, riconoscibile con indosso una pettorina di colore giallo, provvede ad indirizzare i passeggeri in arrivo, all’uscita dalle aerostazioni, verso le navette oppure, per chi ne faccia richiesta, verso il terminal ferroviario del Leonardo da Vinci da dove partono e arrivano i treni no-stop del Leonardo express, uno ogni 30 minuti, in servizio sulla linea Roma Termini-Fiumicino aeroporto e quelli della FL1 Orte-Fara Sabina-Fiumicino aeroporto con fermate intermedie in tutte le stazioni, comprese quelle di Roma Ostiense e Roma Tiburtina collegate con la metro B.

Pattuglie interforze, con il concorso di guardia di finanza, polizia, carabinieri e vigili urbani, controllano nel frattempo le sale arrivi dei terminal per prevenire la presenza di procacciatori abusivi, che possano approfittare della situazione.

Intanto il Codacons ha depositato contro lo sciopero un esposto alle Procure di Roma, Milano e Torino. “La protesta dei tassisti – si legge nella denuncia dell’associazione –, per come si è svolta e senza essere stata annunciata e preavvisata, ha comportato un gravissimo pregiudizio alla collettività e all’utenza dei taxi, privata di un servizio pubblico. Nella fattispecie che ci occupa si fa riferimento alla categoria taxi rientrante nel servizio di trasporto pubblico non di linea, sottoposto a obblighi di servizio pubblico al fine di garantire continuità, universalità e copertura territoriale. Pertanto, anche se si volessero condividere le ragioni dei lavoratori, è indubbio che le forme di protesta devono svolgersi nel pieno rispetto e a garanzia dei servizi pubblici essenziali. Se è vero che la Costituzione, nel rinviare al legislatore la disciplina del diritto di sciopero non intese porgli alcun limite preciso, è altrettanto vero che lo impegnò a tenere nel dovuto rispetto le esigenze fondamentali dello Stato soprattutto il mantenimento e la garanzia dei pubblici servizi. Ben potrebbero quindi evidenziarsi diverse responsabilità e fattispecie penalmente rilevanti quali il reato di interruzione di pubblico servizio ex art. 331 c.p, interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità ex art. 340 c.p., violenza privata ex art. 610 c.p., nonché il reato di blocco stradale che il codice penale indica tra le ipotesi di interruzione di pubblico servizio e prevede sanzioni ancor più severe per i capi e promotori di questa particolare forma di protesta”.

“Non è in discussione il sacrosanto diritto di sciopero dei tassisti, ma le modalità di protesta, che hanno avuto come unico effetto quello di arrecare un danno immotivato, illegittimo e ingiusto agli utenti – spiega il presidente Carlo Rienzi – Così come i tassisti chiedono garanzie e regole a sostegno della legalità del settore, allo stesso modo devono garantire legalità anche quando manifestano, al pari di tutte le altre categorie professionali”.

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