A poco più di un mese dalle elezioni a Ostia per il rinnovo del consiglio municipi del X rispunta l’idea di farne un comune autonomo. Ne ha parlato il ministro della Sanità Beatrice Lorenzin a margine di un evento al dicastero di Lungotevere a Ripa.
Il ministro ha ricordato di aver studiato e vissuto ad Ostia ma «20 anni fa come oggi, si continua a parlare dei problemi dell’area che può essere rilanciata solo con uno scatto civico, al di là delle appartenenze partitiche…».
L’idea di trasformare Ostia in un Comune autonomo, ha aggiunto «a me è sempre piaciuta, potrebbe essere una strada. Ma la via d’uscita innanzitutto è mettere insieme le persone in gamba per la città e per il Litorale, a prescindere da quello che voteranno alle elezioni politiche».
«Dobbiamo pensare -ha proseguito – ai nostri ragazzi che avevano una prospettiva occupazionale e di lavoro su questo territorio e che oggi non ce l’hanno. O a chi oggi sta tenendo in piedi la sua attività commerciale o d’impresa con difficoltà gigantesche perchè l’unica cosa che leggi sui giornali sul nostro territorio è legato al malaffare o al crimine (mentre) non si parla più di Ostia Antica, non si parla più del mare».
Analoga proposta è stata avanzata dal deputato del Pd Umberto Marroni nel corso di un dibattito sulla rigenerazione urbana che si è svolto mercoledì sera alla festa de L’Unità presso “la città dell’altra economia”.
«É necessario – ha detto il deputato – rimettere in moto il territorio con proposte di sviluppo, ma soprattutto con il protagonismo di una comunità. Per questo è ormai inevitabile affrontare quanto prima il tema di Ostia Comune proprio per trasformare quei territori da periferia di Roma a nuova centralità urbana» nell’ambito «di una riforma complessiva dell’assetto dell’area metropolitana della Capitale».
L’iniziativa per un referendum è stata lanciata nel frattempo da un gruppo di “imprenditori, professionisti e intellettuali” di Ostia. Va tuttavia ricordato che il primo referendum municipale venne indetto (e perso) nel 1989, il secondo, nel 1999, non raggiunse nemmeno il quorum. Questa volta potrebbe convenire anche al Campidoglio perché il Municipio X oggi costa circa 15 milioni di euro l’anno. Ma la decisione dello scorporo potrebbe anche venire dal riassetto della città metropolitana che preveda una reale autonomia dei municipi ripensati nella loro struttura istituzionale e nei loro compiti amministrativi.
Giuliano Longo