Atac, il ministero delle infrastrutture chiede garanzie per conferma iscrizione all’albo delle aziende di trasporto pubblico

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La bomba scoppia alle 17:16 di oggi pomeriggio, quando un lancio dell’Agenzia stampa DIRE informa di aver appreso che da pochi minuti “è arrivata in Campidoglio una nota del Ministero delle Infrastrutture con cui il Governo manifesta l’intenzione di
revocare la concessione del servizio di trasporto pubblico ad Atac”. Una decisione che, se confermata, porterebbe la partecipata del Campidoglio verso il fallimento. Atac infatti è in attesa di conoscere l’esito della richiesta di concordato preventivo, sulla quale i giudici si pronunceranno a fine maggio. Senza concessione però, Atac non potrebbe più svolgere il servizio, quindi addio concordato.

Dopo un pomeriggio di incertezza sul contenuto della nota della nota inviata in Campidoglio, il Mit tenta di gettare acqua sul fuoco con una nota: “”Relativamente alla lettera inviata dal Mit ad Atac si precisa che si tratta di una comunicazione nell’ambito delle normali interlocuzioni tra le due amministrazioni. La lettera interviene, dopo la precedente
proroga di sei mesi dell’iscrizione di Atac al Registro Elettronico Nazionale (Ren), iscrizione per la quale è necessaria l’idoneità finanziaria. Scaduti i sei mesi, il Ministero informa, infatti, della possibilità di presentare gli atti e i documenti necessari entro i prossimi due mesi, quindi altri 60 giorni, al fine di mantenere l’iscrizione al Registro, necessaria per l’esercizio delle imprese di trasporto. Immotivato quindi qualsiasi allarme di interruzione del servizio”. Allarmi immotivati, senza dubbio, almeno al momento, infatti nessun organo d’informazione e nessun politico ha lanciato grida in tal senso.  Ne tantomeno era stato affermato che la concessione ad Atac era già stata revocata. Il Mit però conferma che esiste un problema relativo all’iscrizione di Atac relativo al mantenimento dell’iscrizione al registro delle imprese di trasporto, visto che deve presentare entro 60 giorni la documentazione che attesta l’idoneità finanziaria necessaria al mantenimento della stessa. Anche da Atac gettano acqua sul fuoco: “Non è avvenuta alcuna revoca della concessione del servizio di trasporto pubblico da parte dell’Ufficio Motorizzazione Civile del Mit. L’Ufficio della Motorizzazione Civile ha soltanto riconosciuto ad Atac un termine di 60 giorni entro cui presentare memorie o documenti per riscontrare la propria idoneità finanziaria all’esercizio del trasporto pubblico. Si tratta di un adempimento previsto dalla legge al quale l’azienda
sta ottemperando, d’intesa con Roma Capitale”. Insomma, tutto a norma di legge. Ovviamente. Resta il fatto che, a 44 giorni dall’udienza in cui si decideranno i destini di Atac, accettando o meno la proposta di concordato, l’azienda di via Prenestina si trova di fronte all’esigenza di garantire al ministero la sua solidità finanziaria. Secondo alcuni organi d’informazione, rinnovando una fideiussione da 12 milioni di euro scaduta a fine marzo. Versione questa che Una prassi normale e prevista dalla legge appunto, ma che con un concordato da approvare e già bocciato una volta potrebbe essere più complessa e lunga del normale.  Facendo correre ad Atac il rischio di presentarsi all’udienza di fine maggio con un contenzioso formale aperto con il ministero. Un rischio da scongiurare ad ogni costo.

François de Quengo de Tonquédec

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