Bus a fuoco, Radicali: “Per Comune sicurezza cittadini è dettaglio burocratico”

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Foto archivio

Due autobus in fiamme a distanza di poche ore e immagini e video che fanno il giro d’Italia. Gli incidenti di  oggi al centro e in periferia rimettono al centro del dibattito il tema della sicurezza del parco mezzo di Atac, società sempre sull’orlo della crisi nera dopo gli ultimi incontri in Campidoglio. Ma secondo i Radicali dietro i due incidenti si nasconderebbe molto di più e cioè la mancanza di attenzione da parte dell’Amministrazione che guida il Comune

“L’immagine di un autobus che brucia nel centro di Roma è l’istantanea di un’impresa ormai fuori da ogni regola, che ci si ostina a difendere contro qualsiasi indicazione di buon senso si legge in una nota di Alessandro Capriccioli e Francesco Mingiardi, rispettivamente segretario e dirigente di Radicali Roma. Così, la mancata produzione della fideiussione bancaria necessaria per la regolare iscrizione al Registro Elettronico Nazionale viene derubricata dal comune a mera faccenda burocratica, ma la realtà è che dietro gli adempimenti burocratici ci dovrebbe sempre essere, e bisognerebbe sempre cercarlo, un interesse pubblico. Nel caso dell’iscrizione al REN l’interesse, tra gli altri, è quello della sicurezza: le imprese che fanno trasporto passeggeri, per essere iscritte al REN, devono dimostrare una solidità economica-finanziaria sufficiente a garantire la manutenzione efficiente dei mezzi di trasporto. Se non c’è l’iscrizione perché manca la fideiussione il problema non è burocratico, ma sostanziale: è la prova drammatica che l’erogatore del servizio non è in grado di garantire la sicurezza dei propri mezzi. Se in un autobus non si provvede alla manutenzione dei filtri, per esempio, il rischio incendio è tutt’altro che remoto. Per questo la scadenza dei termini per produrre la fideiussione fissati dalla normativa europea e la proroga inspiegabile concessa dal governo fino al 30 maggio mettono a rischio la vita delle persone. Di questo con Riccardo Magi chiederemo conto anche al governo con un’interrogazione parlamentare, mentre a Roma Capitale chiediamo di fissare la data del referendum per dare la parola ai cittadini sul trasporto pubblico locale che ormai, oltre a non servirli, li mette quotidianamente in pericolo”.

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