“Occhio” all’intervento: il Fatebenfratelli-Isola Tiberina lancia l’ambulatorio pre-chirurgico in ginecologia

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Sono tante le patologie che possono colpire una donna e per le quali è possibile che si debba ricorrere alla chirurgia in campo ginecologico come ad esempio i polipi dell’utero o della cervice uterina, cisti ovariche di varia natura,  incontinenza urinaria, patologia cervico vaginale da papilloma virus.

Un’accurata valutazione clinica prima dell’intervento rappresenta senz’altro un passaggio importante per dare maggiore consapevolezza alla donna approfondendo la diagnosi prima dell’intervento chirurgico.

Nasce così, al Fatebenefratelli-Isola Tiberina, l’Ambulatorio Pre-chirurgico di Ginecologia, per offrire una consulenza specialistica ed informare le pazienti affette da patologia nota o sospetta, candidate ad intervento chirurgico.

Il nuovo Servizio viene lanciato al pubblico sabato 13 aprile con un Open Day nel quale sarà possibile effettuare visite gratuite (prenotabili al numero 0668370260). L’iniziativa si inserisce nell’ “Open Week sulla salute della donna”  promosso da Onda Osservatorio,  che prevede una giornata (12 aprile) dedicata alla prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse come le infezioni da Hpv, e una giornata (16 aprile) dedicata  alla delicata fase della menopausa.

L’Ambulatorio Pre-chirurgico sarà convenzione col sistema sanitario regionale.“Durante la visita – spiega il Direttore dell’Unità (UOC) di Ginecologia e Ostetricia, la Dott,ssa Patrizia Forleo – verrà esaminata la documentazione clinica ed effettuata un’anamnesi accurata. Qualora le indagini eseguite non fossero sufficienti o fossero datate, verranno programmati ulteriori esami (ecografia pelvica, colposcopia, isteroscopia o test urodinamici per problemi uroginecologici). Laddove la diagnosi e l’intervento fossero confermati, saranno condivise con la paziente tutte le informazioni relative alla procedura chirurgica più appropriata, le modalità di accesso al ricovero, la durata della degenza ed ogni altro chiarimento di cui avrà bisogno. Qualora la donna lo desiderasse, potrà direttamente prenotare l’intervento”.

Le condizioni che richiedono un intervento chirurgico possono manifestarsi in vario modo. “La diagnosi  – spiega la Dott,ssa Marina Natili, Ginecologa dell’Ospedale  – può avvenire occasionalmente, durante  un controllo ginecologico di routine, un’ecografia o un Pap Test o manifestarsi con vari sintomi, come perdite ematiche tra un ciclo e l’altro, cicli abbondanti, dolori pelvici, perdita involontaria di urina a seguito di un colpo di tosse o senso di peso vaginale.

Tuttavia non sempre è necessario intervenire chirurgicamente.

“Ci sono ad esempio forme più lievi di incontinenza urinaria – continua la Dott,ssa Natili – che richiedono un approccio conservativo con terapie mediche o cicli di riabilitazione del pavimento pelvico”.

L’INTERVISTA

Abbiamo chiesto a Marina Natili, Ginecologa dell’Ospedale Fatebenefratelli-Isola Tiberina:

 Quali sono le principali patologie che possono portare ad un intervento e come si manifestano?

Le principali indicazioni all’intervento chirurgico – sono: patologie della cavità uterina (setti e sinechie, polipi, miomi, ispessimenti endometriali); lesioni cervicovaginali e vulvari associate o meno a infezione da Papilloma Virus (HPV); fibromi o fibromatosi uterina, formazioni ovariche e/o annessiali;  endometriosi;  disfunzioni uroginecologica (incontinenza urinaria e/o  prolasso genitale).

La diagnosi può avvenire occasionalmente, durante un controllo ginecologico di routine, un’ecografia o un Pap Test o manifestarsi con vari sintomi (perdite ematiche tra un ciclo e l’altro, cicli abbondanti, dolori pelvici, perdita involontaria di urina a seguito di un colpo di tosse o senso di peso vaginale).

 Quanto le problematiche uroginecologiche incidono sul numero degli interventi chirurgici?

Circa un terzo dei nostri interventi chirurgici sono finalizzati al trattamento delle disfunzioni uro ginecologiche. L’incontinenza urinaria associata o meno al prolasso genitale è molto frequente, ma l’intervento chirurgico non è sempre necessario. Nei casi in cui l’intervento chirurgico non sia indicato, il trattamento conservativo più idoneo prevede terapia medica o riabilitazione del pavimento pelvico. Nel nostro Ospedale è presente da circa 20 anni un ambulatorio per la diagnosi e il trattamento della patologia uro ginecologica, la cui insorgenza può manifestarsi nel post partum.

Per quanto riguarda invece l’endometriosi?

L’endometriosi è una patologia infiammatoria cronica che colpisce le donne in età fertile con sintomi invalidanti di grande impatto sociale, tanto da essere inserita nei nuovi LEA. In Italia si stima che circa 3 milioni di adolescenti siano affette da endometriosi. Si tratta di una patologia caratterizzata da impianto ectopico di tessuto endometriale al di fuori della sua sede naturale (la cavità uterina), che provoca forti dolori pelvici, che aumentano con il ciclo mestruale, e possono essere associati ai rapporti sessuali. Il 30-40% delle pazienti infertili o sub-infertili è affetto da endometriosi (dati del Ministero della Salute). L’obiettivo del trattamento di questa patologia è duplice, sia il mantenimento della fertilità che il controllo della sintomatologia. La terapia medica è l’approccio di scelta negli stadi iniziali della malattia e nel controllo delle recidive. L’azione terapeutica si attua attraverso la riduzione e/o la sospensione del ciclo mestruale, fenomeno che alimenta la patologia. L’intervento chirurgico viene oggi riservato alle pazienti non resposive alla terapia medica. Per queste ragioni è molto importante la diagnosi precoce.  Nel nostro  ospedale è attivo un ambulatorio dedicato all’endometriosi.

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