Campidoglio, l’autunno caldo di Virginia Raggi

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OLIMPIADI

Solo a pensare alle nomine che ancora mancano all’appello ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli, ma in Campidoglio i nodi da sciogliere sono molti, molti  di più. Per questo il caldo di questi giorni d’autunno, per Virginia Raggi, potrebbe non passare con l’arrivo dell’inverno. Mancano ancora il capo di gabinetto e il segretario generale. Le trattative con l’ex Pm torinese Raffaele Guariniello ora consulente della Camera sono in corso anche se non è detto che possa occupare la poltrona da titolare del Gabinetto del sindaco. Sul segretario generale ancora silenzio invece. Capitolo a parte sono le nomine in Ama, dove si cerca sempre un amministratore delegato. Quanto al tema incarichi tanto parlare si è fatto nei giorni scorsi dei metodi e dei contratti, una delle ragioni che portarono Carla Romana Raineri a lasciare il suo posto accanto alla sindaca. Se già è in atto tra i cinque stelle uno scontro interno che non migliora la situazione, la sindaca rischia quotidianamente di scivolare sulla buccia di banana della trasparenza: se molti all’interno del movimento si chiedono come siano state effettuate le nomine a chiamata diretta dei 35 esterni arrivati in giunta, la cosa più singolare è che esponenti come De Vito e Ferrara, entrambi dell’ala “Lombardiana” chiedano una nuova commissione (esterna) per giudicare i profili e rilasci all’attenzione della sindaca “profili di idoneità”. Un compito utile che però potrebbe benissimo essere già svolto dalla commissione (interna) consiliare “Trasparenza” voluta dalla stessa sindaca, insediatasi a settembre e presieduta dall’esponente Pd Marco Palumbo. Come dire che, gira gira, i grillini continuano a litigare sui poteri in Campidoglio, e in ultima istanza ancora sul ruolo del capo del personale Raffaele Marra.
Ma i problemi per la Raggi non finiscono certo qui nell’autunno caldo. Mentre infuriano le polemiche sui “redivivi” camion bar della famiglia Tredicine, i vigili urbani sono in attesa di un nuovo comandante e dopo le polemiche sul no al rifinanziamento della Fiera di Roma e per la liquidazione di Roma Metropolitane la nuova (con tanto di critiche sulla metro C del presidente del Consiglio Renzi a copertura nazionale piombate dalla stazione Leopolda a Firenze), l’Anac avrebbe chiesto chiarezza sul bando degli asili nido in concessione.
Altro nervo scoperto della gestione capitolina resta l’Atac. L’azienda partecipata del Comune, pronta ad essere “ghermita” dalle Ferrovie in cerca di aziende trasporto su gomma da rilevare, non riesce a mettere mezzi nuovi in strada. Le ultime notizie parlano di 45 bus fermi: si tratta dei filobus (oggetto di tangente) destinati prima al corridoio Eur – Tor Pagnotta, poi alla Nomentana.  E sempre sul fronte Atac si scopre che l’amministratore unico Manuel Fantasia ha bloccato la gara per l’acquisto dei pneumatici: ora anche la sicurezza dei mezzi su ruota rischia di diventare una chimera.
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