Roma, sentenza processo Raggi attesa per il 9 novembre

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Il prossimo 9 novembre dovrebbe arrivare la sentenza del processo che vede imputata per falso la sindaca di Roma, Virginia Raggi, in relazione alla nomina di Renato Marra, fratello dell’ex capo del personale del Campidoglio Raffaele, alla direzione del dipartimento Turismo del Comune. Il giudice monocratico Roberto Ranazzi, nel corso dell’udienza odierna, ha disposto il calendario delle prossime udienze. Venerdì verranno ascoltati due testi della difesa tra cui il direttore generale del Comune, Franco Giampaoletti.

Il processo riprendera quindi il 5 ottobre quando verranno sentiti come testimoni Daniele Frongia, assessore allo sport del Comune, e il funzionario capitolino Gianluca Viggiano, all’epoca dei fatti ex vice responsabile del Personale. Il 19 ottobre toccherà a Maurizia Quattrone, responsabile dell’anticorruzione della Squadra mobile.

Virginia Raggi dovrebbe essere sentita il 25 o il 26 ottobre. Le richieste del pm e la sentenza sono state fissate per il 9 novembre.

“Durante l’incontro avuto con Raffaele Marra ho fatto una telefonata a Renato Marra. Raffaele Marra mi chiese di chiamare Renato confermandogli che lo avrei messo il suo nome come richiesta in quel ruolo lì. Non parlammo di posizioni stipendiali”.

Adriano Meloni, ex assessore al Commercio e Turismo della Giunta Raggi, ha raccontato così davanti al giudice Roberto Ranazzi, nell’ambito di un’udienza del processo che vede la sindaca Raggi accusata di falso in relazione alla nomina di Renato Marra alla direzione Turismo, la circostanza della riunione avuta il 26 ottobre 2016 con l’ex capo del Personale di Roma Capitale, Raffaele Marra, a circa un’ora dalla scadenza della presentazione delle domande da parte dei dirigenti per l’interpello allora indetto dal Campidoglio.

“Quella era l’ultima data utile per i dirigenti per chiedere un ruolo specifico. Il nome di Marra mi fu suggerito da Antonio de Santis o da Raffaele Marra. Io conoscevo Renato Marra perche’ allora era a capo del Gssu, che si occupava di repressione dell’abusivismo commerciale e ho avuto modo di lavorare con lui per due mesi. Mi sembrava una persona che si dava un gran da fare per combattere l’abusivismo e avevo un’opinione favorevole su di lui. Su due piedi mi sembrava strano per lui il ruolo di direttore del Turismo, poi mi convinsi che fosse la persona perfetta per quel ruolo. Non so cosa sarebbe successo dopo la mia richiesta sapevo solo che l’atto finale sarebbe stato firmato dalla sindaca”.

Più preciso di Meloni su chi sottopose il nome di Renato Marra, il suo capo staff del tempo, Leonardo Costanzo: “Raffaele Marra tirò fuori un elenco di nomi a noi sconosciuti e disse anche: ‘Poi se volete ci sarebbe anche Renato, che sarebbe interessato a partecipare all’interpello’. Marra ci disse questo alla presenza di Antonio De Santis”.

Quanto alla telefonata fatta da Meloni a Renato Marra, Costanzo ha specificato: “Aspettava un beneplacito dall’assessore per presentare la domanda, ed e’ stato chiamato per dirgli ‘puoi fare la domanda’”. Quindi Meloni ha ricordato anche di avere affibbiato un soprannome per il fratello di Raffaele Marra: “Io ho coniato soprannome miniMarra, maxiMarra era il fratello. Ho l’usanza di dare soprannomi alla gente e tra il luglio e agosto 2016 ho dato (a Renato, ndr) quello di miniMarra anche per la sua statura minuta”.

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