Mentre gli impianti Ama contestati come quello di Rocca Cenci funzionano a scartamento ridotto, gli ecodistetti voluti dall’ex ad Fortini non si faranno, di terzo impianto di termo combustione manco a parlarne e la Città Eterna galleggia sui rifiuti, riprende il consueto balletto fra Regione e Comune. Così si incontrano il governatore Zingaretti e la sindaca Raggi con i rispettivi assessori per affrontare l’irrisolto o irrisolvibile (per volontà politica) problema della monnezza romana quotidianamente scaricata a tonnellate all’estero o al nord Italia per venir bruciata a spese dei contribuenti romani. Stando ai comunicati stampa, per Zingaretti si è trattato di «un incontro improntato sulla voglia di collaborare dal punto di vista istituzionale sul tema dei rifiuti». Solo che ormai il presidente della Regione è convinto «che anche l’invio di rifiuti all’estero può essere un fatto straordinario, ma non di norma, e deve incontrarsi, questo invio di rifiuti all’estero, con una programmazione che negli obiettivi elimini questa opportunità». Quindi «rimane l’esigenza di una discarica di servizio provvisoria» sulla quale ci sono opinioni diverse. Già perché la Raggi non la vuole proprio anche se la Regione nelle prossime ore invierà all’assessore e al sindaco una nota che ricostruisce la storia di questi mesi e anche gli obiettivi «ai quali ora bisogna dare risposta per riavviare un programma. Perché fino a che non ci sarà un contributo fattivo di Roma, anche il piano regionale dei rifiuti non può concludere il suo iter» Insomma la questione romana dei rifiuti finisce per bloccare tutto il piano regionale le cui linee sono già definite. Ma è proprio sulla discarica di servizio temporanea, si badi bene temporanea, che la Raggi e grillini in coro recalcitrano, forti dell’ideologia dei rifiuti zero per ottenere la quale ci vorranno anni (forse) mentre Roma sguazza nella monnezza. E questo ben lo sapeva la dimissionata assessora all’ambiente Paola Muraro. Dopo la vicenda di Malagrotta è evidente che solo a parlare di discarica ad ambientalisti e comitati si rizzano i capelli, ma l’assessore regionale Buschini ha spiegato che attualmente «anche nei migliori livelli di differenziata e nei sistemi meglio organizzati comunque vi è sempre una frazione, che speriamo sia sempre minore, che non è recuperabile e riciclabile e che quindi ha bisogno di un luogo sicuro, che non è la vecchia discarica, dove poter essere depositata». Ed è a questo punto che ricomincerà il balletto perché c’è da scommettere che sarà proprio Virginia a dire: se volete la discarica temporanea di servizio fatevela da un’altra parte, magari in provincia o in altro luogo del Lazio come già qualcuno aveva già ventilato. Ma non funziona così perché i territori della Regione già subiscono la presenza di discariche dove contrariamente al passato vengono sversati rifiuti trattati e igienizzati e Roma deve pure fare la sua parte perché produce oltre la metà dei rifiuti di tutto il Lazio. Bel match quello fra Regione e Comune, se non fosse che alla fine abbiamo il fondato dubbio che non si risolverà niente.
Giuliano Longo
Si “riapre” il tavolo sul ciclo dei rifiuti tra Regione e Comune
Incontro tra Virginia Raggi e Nicola Zingaretti