Terremoto, intervista a Pirozzi: «Pensiamo prima alle persone, dopo alle macerie»

«Quello che ci crea enormi difficoltà sono i due metri di neve come da anni non ne cadeva. Abbiamo bisogno di turbine spazzaneve»

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Sergio Pirozzi Amatrice

Poche battute al telefono con il sindaco Sergio Pirozzi per rendersi conto della situazione di Amatrice e delle frazioni circostanti. Le ultime tre scosse hanno determinato altri crolli, come era evidente, per loro violenza e avvertite anche a Roma. L’ultimo crollo riguarda il campanile sovrastante i resti della Chiesa di San’Agostino, ma il sindaco ci ha detto: «Adesso pensiamo alle persone e non alle macerie».

D: Qual è la situazione in questo momento? (ore 15,35).

R: Quello che ci crea enormi difficoltà sono i due metri di neve come da anni non ne cadeva: isolano completamente almeno 30 famiglie che risiedono nelle fattorie circostanti e nelle frazioni. Invece le strutture di accoglienza e di assistenza non hanno subito danni. Manca da più parti la corrente ma le squadre Enel stanno gradualmente provvedendo.

D: Quali sono allora le difficoltà che richiedono al momento gli interventi più urgenti?

R: Da subito la viabilità sulle strade che accedono ad Amatrice e per raggiungere fattorie e famiglie isolate dalla morsa della neve.

D: Di cosa avete urgentemente bisogno?

R: Di turbine spazzaneve. Attualmente ne abbiamo in funzione una, ma non basta. Ne abbiamo chieste urgentemente altre due che devono venire da Roma, ma la Salaria è attualmente bloccata in alcuni punti.

D: E per il resto?

R: L’assistenza in loco funziona, ma in primo luogo pensiamo alle persone attualmente in grave difficoltà. Quanto ai crolli ormai c’è ancora ben poco da distruggere.

Giuliano Longo

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