«Un destino segnato quello dell’assessore all’Urbanistica di Roma Paolo Berdini. Nonostante lo stillicidio di ipotesi, le smentite dell’interessato e dei membri del “raggio magico” come il presidente della commissione mobilità Stefano, appare sempre più in bilico la permanenza dell’architetto nella giunta guidata da Virginia Raggi.
Il nome di chi potrebbe sostituirlo già c’è e, guarda caso, è un vicinissimo a Daniele Frongia. Si fa il nome di Emanuele Montini, già coordinatore nazionale di Italia Nostra e collaboratore di Francesco Rutelli e membro del tavolo per l’urbanistica del M5S. Un altro nome dell’”inner circe” che non mancherà di generare qualche malumore tra Campidoglio e Movimento nazionale».
Lo scrivevamo il 7 dicembre dello scorso anno, da allora molta acqua limacciosa è passata sotto i ponti del Tevere, sino alla ‘intervista non intervista’ di Berdini alla Stampa di Torino e alle sue dimissioni respinte “con riserva” da Virginia Raggi che quella intervista faceva a pezzi sia sotto il profilo umano che professionale. Se il destino dell’assessore è segnato non è detto che quella indiscrezione del 7 dicembre possa divenire realtà liberando Berdini dal boccone amaro dello stadio Pallota/Parnasi che comunque passerà sulla scorta di una scelta politica non solo di Virginia, ma di Grillo e Casaleggio. Consapevoli che su questa partita il Movimento e la sindaca rischiano di perdere consensi già oggi dimezzati fra l’elettorato capitolino come risulta dai più recenti sondaggi.
Per tutte queste ragioni Berdini, che grillino non è mai stato visto che vanta tutta una sua storia anche nella sinistra radicale, se ne potrebbe uscire di scena dignitosamente. Salvo poi aprire la cateratta di rivelazioni come è avvento con l’ex assessore al bilancio Minenna, la ex capo di gabinetto Raineri e ancora con l’ex assessora all’ambiente Muraro oggi indagata, ma che la sindaca ha difesa sino allo stremo per compiacere (a quanto pare) il direttorio grillino che di fatto ha ormai commissariato la sindaca.
Quindi la scelta di mantenere Berdini in carica con “riserva” è puramente tattica, giusto per guadagnare tempo e vedere come andrà a finire la faccenda delle elezioni politiche alle quali i 5stelle si apprestano senza subire ancora danni rilevanti dal pasticcio romano in termini di consenso a livello nazionale. E forse è proprio questo l’accordo fra Berdini, professore dalla schiena dritta, e la Raggi con l’assessore ormai segnato da quelle dichiarazioni che, carpite o meno, danno il segno di un suo giudizio devastante su Virginia.
Qualcuno definisce il pasticciaccio brutto del Campidoglio psicodramma mentre il temine più adatto è ‘farsa’ da prima repubblica. Ma “è la politica bellezza” e anche i più antipolitici come i grillini stanno imparando in fretta.
Giuliano Longo
Campidoglio, per il dopo Berdini spunta il nome di Emanuele Montini
Un altro nome che non mancherà di generare qualche malumore tra Campidoglio e Movimento nazionale