Mercati generali dell’Ostiense, i topi ci ballano e il progetto langue

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Se volete farvi una bella passeggiata ed ammirare un altro esempio di storico degrado cittadino, attraversate il ponte che collega la Circonvallazione alla via Ostiense e potrete ammirare un paesaggio di macerie di rara bellezza post industriale. Parliamo dell’area degli ex mercati generali, i cui lavori di riqualificazione dovevano partire già da novembre 2010, affidati in project finance al gruppo Toti.

Nato da una idea di Walter Veltroni, che come minimo risale al 2006, il progetto prevedeva  di salvare strutture storiche realizzando nuovi edifici: negozi, cinema, palestre e aree culturali. Tempi di realizzazione, tre anni per il restyling. Il progetto – firmato dall’architetto olandese Rem Koolhaas, avviato dalla giunta Veltroni e proseguito dall’amministrazione Alemanno – aveva tutti i numeri per essere considerato un’importante opera di riqualificazione urbana della città. Con un investimento di 320 milioni di euro, a carico di una cordata di imprenditori che dovevano dare lavoro a 315 operai al mese con punte massime di 600 e 2 milioni di ore/uomo soltanto per l’attività del cantiere. Poi tutto si ferma sino a quando Ignazio Marino si accorge della questione e insieme al suo assessore all’urbanistica Giovanni Caudo, l’11 giugno 2014, armato di caschetti e stivaloni, fa visita ai cantieri (fermi da tempo) degli ex mercati generali.

«Noi chiediamo a tutti gli imprenditori – aveva tuonato Ignazio per l’occasione – di mantenere gli impegni presi» spiegando di aver convocato alcune settimane prima l’ingegner Claudio Toti per discutere dell’area e minacciando di revocare la concessione attribuita 7 anni fa alla Sviluppo Centro Ostiense (SCO), responsabile in project financing, di progettazione, costruzione e gestione per 60 anni di quegli spazi. «A Roma – aveva insistito – hanno avuto negli ultimi anni delle concessioni con l’impegno di fare lavori di interesse pubblico e non lo hanno fatto. Non è un conflitto con i costruttori, è solo pretendere che il pubblico possa avere indietro dagli imprenditori, che hanno fatto profitto, quello che spetta al pubblico». Una dichiarazione di guerra bella e buona, più apparente che reale perché la revoca della concessione a lavori per quanto poco avviati poteva comportare costosissimi contenziosi dall’esito incerto. Non solo, ma avrebbero potuto bloccare sine die un cantiere che aveva dato il via ai lavori nei primi mesi del 2011.

Nel frattempo l’assessore Caudo, lui stesso urbanista e docente a Roma Tre, aveva fatto rivedere il progetto. Terme e palestre. Un hotel. Cinema. Negozi e ristoranti. Una mediateca. Tanti uffici. E poi la casa dello studente di Roma Tre. Ma non più la casa del basket, nè l’auditorium da 2.400 posti. Insomma un bel lavorone per progettisti ed architetti.  Il timing dei lavori che l’assessore prevedeva tra giugno e ottobre 2014 lo studio del nuovo progetto, ad ottobre concessione di tutti i pareri necessari per avviare il cantiere. Entro febbraio 2015 il cantiere, nella sulla parte centrale, sarebbe divenuto operativo e dopo 30 mesi di lavori il tutto doveva realizzarsi entro il 2018. Insomma, tutto da capo come ebbe a dire l’allora presidente del Municipi Catarci, ma «serviva una nuova partenza – disse – ora la si sta facendo, cercando di integrare nel territorio questo spazio».

Ovviamente dopo tanto fumo di arrosto nemmeno l’ombra e scopriamo che per riavviare l’opera manca ancora una delibera del Comune. Solo che nel municipio VIII, oggi a guida Cinque Stelle, il progetto proprio non piace a molti consiglieri del Movimento, che si sono rivolti al Tavolo M5S dell’Urbanistica che per bocca dell’irriducibile Francesco Sanvitto bolla l’intervento come uno «scempio urbanistico. Un’isola completamente avulsa dal contesto urbano». Una vera e propria levata di scudi verso un progetto già in fase molto avanzata e sul quale Virginia Raggi e l’allora assessore Berdini si sarebbero pronunciati positivamente, anche perché l’area è in totale abbandono e non ci sarebbero soldi per bonificarla.

Morale della favola su questa vicenda salta la testa del presidente grillino dell’VIII municipio Paolo Pace che si dimette nel marzo di quest’anno e si apre una crisi politica  che dovrà culminare con nuove elezioni magari assieme al X Municipio di Ostia.  Per concludere facciamo il punto sul’iter amministrativo dell’opera. il progetto preliminare ha avuto l’ok in conferenza dei servizi ed è poi stato approvato in giunta capitolina con la delibera 66 del 2015. Il definitivo è stato redatto ed è andato in Conferenza dei servizi ad agosto 2015. Le sovrintendenze hanno poi esaminato il progetto e il parere favorevole definitivo è arrivato ad aprile 2016.  Infine è stata predisposta una proposta di deliberazione definitiva del progetto. Morale della favola a distanza di un anno tutto è ancora bloccato e i topi, in senso stretto, in quell’area ci ballano mentre nel centro storico si aggirano impuniti.

Giuliano Longo

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