«Non possiamo pagare 800mila euro». Martedì incontro per la casa delle donne

0
375

“Non neghiamo di non aver pagato, chiediamo solo un ripensamento di queste valutazioni in un’ottica piu’ complessa in grado di capire anche la situazione di tutta la societa’: la Casa delle donne deve essere riconosciuta come risorsa, e’ frequentata da oltre 30mila persone all’anno provenienti anche dall’estero, e non solo come soggetto moroso”. A dirlo e’ Francesca Koch, presidente della Casa internazionale delle donne, che stamattina ha indetto una conferenza stampa nella sede di via della Lungara per rispondere alla lettera di ‘sfratto di fatto’ recapitata dal Comune di Roma per una morosita’ di oltre 800mila euro. E proprio perche’ “riteniamo che ci siano tutte le possibilita’ di superare questo momento difficile e ritrovare una collaborazione”, Koch ha annunciato che “martedi’ incontreremo l’assessora al Patrimonio, Rosalba Castiglione, visto che finora tra noi e il Campidoglio c’e’ stato solo uno scambio di lettere”. Oltre a invitare “la sindaca Virginia Raggi a venire a trovarci e vedere con i propri occhi che cos’e’ la Casa delle donne, un patrimonio della citta’, considerando anche che e’ la prima sindaca donna di Roma”. Lunedi’ alle 18, inoltre, nella struttura sul lungotevere ci sara’ una assemblea pubblica aperta a tutti i cittadini. Quello che piu’ ha dato fastidio alla presidente della Casa delle donne sono state le accuse di malafede: “Non siamo delle parassite, non ci siamo approfittate di Giunte ‘amiche’ o situazioni ambigue, perche’ non esistono Giunte ‘amiche’ delle donne. Rifiutiamo gli addebiti di chi ci accusa di offrire servizi sulla pelle dei cittadini, casomai siamo noi che offriamo servizi ai cittadini sulla nostra pelle”. Anche perche’, ha sottolineato, “abbiamo pagato il 40% del dovuto, sara’ poco ma non e’ certo niente. E sottolineo che in media, al netto dell’affitto, questa struttura costa ogni anno 700mila euro”.

Koch ha poi spiegato i motivi che hanno portato al contenzioso: “La nostra situazione debitoria si e’ verificata perche’ ci siamo impegnati con il Comune al pagamento di un canone ridotto per il mantenimento della struttura, e siccome nell’accordo era previsto anche il riscatto degli anni di occupazione precedenti abbiamo cercato di pagare anche questo, ma e’ risultato molto complicato per un’associazione senza scopo di lucro che nel frattempo ha cercato anche di ampliare i servizi offerti, dall’assistenza legale al contrasto alla violenza”. Poi nel tempo, complice anche la crisi, “ci siamo rese conto che era un impegno molto difficile da sostenere e da allora abbiamo chiesto piu’ volte alle varie Giunte che si sono succedute per rivedere questo accordo, anche e soprattutto perche’ il Comune avrebbe potuto e dovuto riconoscere i servizi offerti dalla Casa, che hanno un valore economico oltre che sociale”. Per la presidente, quindi, “non si puo’ parlare solo di soldi e di euro, serve uno sguardo piu’ completo e complesso: a fronte del debito economico c’e’ anche un valore e un riscatto sociale. Lo stesso problema in questi mesi si e’ verificato anche per altre associazioni- ha concluso Koch- l’amministrazione comunale farebbe bene a tenere conto di questi aspetti perche’ la citta’ si regge grazie a persone come queste”. Alla conferenza erano presenti anche diverse elette del Partito democratico a livello locale, tra le quali le consigliere capitoline Valeria Baglio e Michela Di Biase e la presidente del I Municipio, Sabrina Alfonsi, insieme al segretario romano del Pd, Andrea Casu.

È SUCCESSO OGGI...