Regione Lazio, Zingaretti: «La mia ricandidatura per continuare il percorso»

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Siamo ormai in campagna elettorale per le prossime elezioni politiche e regionali, ma ancora una volta Nicola Zingaretti ha voluto chiarire, nel corso di una trasmissione a Radio-Radio, le ragioni della sua ricandidatura alla presidenza del Lazio.

«Ho riflettuto molto sulla ricandidatura  – ha spiegato-. Se ho deciso per questa strada non è per una scelta personale, ma per continuare un percorso. Oggi il Lazio è più forte di cinque anni fa. Noi dobbiamo combattere e se molliamo ritorniamo indietro» anche perché, ha aggiunto  «ricominciare ogni volta e’ un dramma. Nella Capitale, per esempio, la fragilità continua ha pesato» con riferimento evidente al dimissionamento di Ignazio Marino.
Dopo aver sottolineato che nessuno è mai riuscito a ottenere due mandati consecutivi fa notare che questa difficoltà è legata al fatto che «oggettivamente la nostra Regione ha avuto una complessità in questi anni in molti campi quasi drammatica». Infatti nel 2012 la Corte dei Conti disse che la Regione era in insolvenza finanziaria. Allora  «noi sostanzialmente eravamo falliti. Ora siamo più forti e credo che mettersi a disposizione per tentare di migliorare ancora sia una bella missione».
Quando poi  si guida un’istituzione «bisogna pensare al bene dei cittadini. Penso che ognuno ha le sue idee, ma quando governi non devi usare le tue idee per combattere le altre istituzioni. La diversità di opinione deve impegnarti nel trovare un compromesso. Se si litiga tutto resta fermo.»

Sui rapporti con la Raggi in tema di rifiuti ha chiarito che «oggi sono uscite delle agenzie, poi la Raggi ha corretto e la ringrazio, ma sono convinto che una Capitale come questa non può mandare i rifiuti in giro per il mondo. Anche per questo tentiamo di collaborare su tutti i dossier».

Infine ha parlato dello stadio della Roma «questo sarà lo stadio voluto da chi ama Roma. E’ sbagliato dare una sigla di partito a questo progetto. Io credo che il progetto che fu votato dall’amministrazione Marino, che aveva tre meravigliose torri, era una sfida più affascinante- ha aggiunto Zingaretti- Ora però è importante non cadere nel rischio di dire di che partito è lo stadio. Lo stadio è dei romanisti e della città. Credo che il governo Gentiloni si sia mosso proprio per questo: arrivati a questo punto fermarsi sarebbe stato un colpo molto serio  alla credibilità della Capitale.»  Quanto alla eventualità di uno stadio per la Lazio   «se la società biancoceleste deciderà di presentare un progetto, sarà discusso con la stessa attenzione data allo stadio della Roma».
Giuliano Longo

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