Riforma delle bollette, duro colpo alle tasche degli italiani

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“Non ci hanno voluto ascoltare, sentenziando che le famiglie numerose fossero la maggior parte della popolazione nazionale e che i single invece venissero sussidiati da questi ultimi, affermando quindi che ciò fosse ingiusto”. Comincia così una nota stampa di Codici.

E la nota prosegue: “Dopo due anni durante i quali i consumatori sono stati disincentivati a risparmiare, in quanto con la tariffa progressiva più si consuma meno si paga, i consumatori ci hanno chiamato chiedendoci perché mai se non vivono in una casa o fanno di tutto per risparmiare arrivano comunque delle bollette esose senza aver consumato a causa dei costi fissi? Una riorganizzazione dei costi per la quale è stato fatto persino uno spot istituzionale dalla stessa Autorità che invitava a consumare di più (lo spot dice che finalmente la tariffa di rete verrà ripulita dai sussidi e tutti pagheranno in maniera più equa!), adesso si accorgono che per evitare maggiori ulteriori esborsi ai clienti, specie quelli con bassi consumi, è meglio posticipare l’ultima fase della riforma tariffaria”.

“Insomma Guido Bortoni (fautore della riforma insieme ai suoi uffici), immaginava che tutti gli italiani staccassero il gas da forni e riscaldamenti e corressero a comprare pompe di calore e piastre ad induzione – si lege ancora nella nota -, ed invece non solo questo non è avvenuto, ma gli italiani soprattutto quelli più deboli (10milioni e 500 mila) non solo non hanno avuto il decantato bonus (quest’anno lo hanno avuto solo 900.000 mila utenze), ma anzi si sono dovuti caricare sul groppone i costi per far sprecare energia a quelli che usano di più la rete elettrica. Insomma esattamente il contrario di quello che si doveva fare”.

La stessa Autorità, attraverso un suo comunicato stampa, afferma: “di aver segnalato a Governo e Parlamento che venisse valutata la possibilità di fornire indirizzi per posticipare di un anno quest’ultima fase della riforma tariffaria per i clienti domestici, per evitare maggiori ulteriori esborsi ai clienti, specie quelli con bassi consumi, con il cumularsi alla stessa data del 1° gennaio 2018 anche degli effetti della revisione delle agevolazioni per le imprese energivore”.

Codici precisa ancora: “Sostanzialmente fa una ammissione di colpa, scaricando però sul prossimo Collegio dell’Autorità e Governo i risultati di politiche scellerate, attuate esclusivamente per salvare i distributori e i produttori di energia. Si noti come, dai dati della tabella sottostante, appaia lampante che in seguito alla riforma vi sia stato un incremento della tariffa soprattutto per il monocomponente e bi componente residente, ovvero coloro che consumano sicuramente meno”.

E conclude: “Adesso ci aspettiamo che questo Collegio, che ne ha combinato una dietro l’altra, rimetta subito le sue dimissioni anziché mandare in proroga di 6 mesi (con un costo di 249.000€ a componente i 4 membri incluso il Presidente, rispetto alla sua scadenza naturale, così come si paventa”.