Le agenzie di stampa scrivono di ore di frenetiche trattative tra i partiti del centrodestra per arrivare ad un accordo sul nome da presentare per la presidenza della Regione Lazio.
E’ ormai evidente che è stato alzato un muro nei confronti di Sergio Pirozzi che, come ormai ribadisce da sempre, non si vuole proprio ritirare nonostante le allettanti, ma pur sempre future offerte, che gli sono state offerte da destra oggi e da sinistra mesi fa.
Pare tuttavia che le “ore frenetiche” possano partorire” il nome di Fabio Rampelli, capogruppo alla Camera dei Fratelli della Meloni, che comunque nel Lazio non godrebbe di una grande seguito.
Fra le altre ipotesi, in questa impasse, potrebbe anche resuscitare la candidatura del vice presidente del Senato Maurizio Gasparri, già colonnello di Fini e che, da buon ‘soldato’ come afferma lui, si è messo a disposizione delle decisioni di Berlusconi.
Il nome di Rampelli circola ormai da molti mesi tanto che, contestando un nostro articolo nel quale si affermava che anche nel Lazio potesse ripetersi la stessa operazione delle Comunali a Roma dove Giorgia Meloni non arrivò nemmeno al ballottaggio per le divisioni del centro destra, l’onorevole ci precisò che la sua è sempre stata una vocazione unitaria e, mai e poi mai, avrebbe spaccato la coalizione.
In verità la candidatura di Rampelli, noto animatore di quella formazione di destra definita i ‘gabbiani’ recentemente sfrattati da Colle Oppio, è qualcosa di più di una scelta interna alla coalizione ma un input sostenuto da Giorgia che a Fabio deve tutte le sue fortune politiche.
Suona comunque strano che dopo la vittoria di Musumeci in Sicilia espressione di FdI , Berlusconi ‘molli’ sul Lazio con il rischio di trovarsi di traverso Matteo Salvini che sino ad oggi ha sostenuto Pirozzi, a meno che non gli si dia in contropartita la candidatura del Legista Fedriga nel Friuli Venezia Giulia.
Forse per capirne di più su questa delicata partita a scacchi val la pena citare l’opinione di Francesco Storace, vice presidente alla Pisana, che viene indicato insieme ad Alemanno come uno dei maggiori sponsor del sindaco di Amatrice. Tanto inviso agli ex camerati che solo ieri in una intervista al Foglio di Cerasa Rampelli affermava di aver perso le tracce (politiche) dei due.
Storace analizzando la situazione del Centro Desta alla luce dell’intreccio delle candidature fra elezioni politiche e regionali, scrive: «Leggo che il centrodestra è alla ricerca della maggioranza assoluta dei seggi per poter governare l’Italia» e si chiede perchè il CD butterebbero una ventina di seggi alla Camera e una decina al Senato «per il capriccio di perdere alle regionali del Lazio – aggiunge- pur di non candidare Sergio Pirozzi. Una follia….»
Evidentemente con la candidatura di Rampelli i Fratelli della Meloni cercano di aggregare quel voto di destra/destra che darebbe loro qualche seggio in più al parlamento visto che le loro liste sanno presenti in tutta Italia.
Forti della loro maggiore consistenza elettorale (al di là di quel modesto 5% che attribuiscono loro i sondaggi a livello nazionale) a Roma e nel Lazio dove vantano percentuali che potrebbero addirittura superare il 10%. Senza dimenticare che a Roma , alle comunali dello scorso anno, Giorgia superò il 20%. Eppure la prova di forza rappresentata dalla candidatura di Rampelli potrebbe non soddisfare gli esponenti regionali di FI, da sempre contrari a Pirozzi, elettoralmente molto deboli nella Capitale, ma sufficientemente radicati nelle Provincie del Lazio dove hanno portato a casa buoni risultati alle ultime comunali.
Resterebbe da calcolare il danno che la lista Pirozzi e la sua discesa in campo come candidato presidente potrebbe provocare al centro destra perché qualche sondaggio stima ancora il suo nome al 16% .
Ma è noto che i sondaggi che danno Zingaretti in testa al 37% e la Lombardi al 28%, lasciano il tempo che trovano in questa fase di grande fluidità.
Resta il fatto che il sindaco di Amatrice è riuscito a balzare all’attenzione dei media nazionali proprio evitando gli accordi con lobbies e cordate, quanto basta a renderlo un candidato scomodo per il centro destra tutto.
Giuliano Longo