Allora è fatta, il centro destra ha scelto Stefano Parisi per la corsa alla presidenza del Lazio. Un tormentone che proseguiva da settimane, almeno da quando Giorgia Meloni e lo stesso Berlusconi avevano fatto chiaramente capire che Sergio Pirozzi non ce lo volevano proprio. Nel frattempo il tritacarne mediatico aveva macinato i nomi del senatore Gasparri e quello del capo gruppo dei Fratelli e loro capogruppo alla Camera, Fabio Rampelli.
Una scelta sostanzialmente moderata la cui contropartita sarà probabilmente il Friuli Venezia Giulia al Leghista Fedriga per soddisfare Matteo Salvini che da tempo caldeggiava la candidatura di Pirozzi.
Parisi era balzato all’onore della cronaca politica quando si presentò alle comunali di Milano con il centro destra, perdendo di stretta misura con l’attuale sindaco Sala.
Romano, ma milanese di adozione, ha messo in piedi una nuova sigla politica liberista e moderata “Energie per l’Italia” che comunque non aveva ancora ottenuto il placet del centro destra per concorrere a come quinta gamba moderata alla coalizione visto che la quarta gamba del millepiedi era già stata occupata dalla formazione di Cesa e Fitto.
Annunciando la sua decisione rassicura i suoi adepti e annuncia un prossimo congresso senza tuttavia accennare ai vantaggi che avrebbe ottenuto in termini di seggi parlamentari con il suo “sacrificio”, per il bene del Lazio.
Nel frattempo dichiara “oggi ho ricevuto l’invito dai leader del Centrodestra a candidarmi come Governatore della Regione Lazio. Come molti di voi sanno, su questa ipotesi già circolata nei giorni scorsi abbiamo avuto una lunga discussione all’interno della nostra segreteria e tra i Referenti Regionali. Abbiamo tuttavia deciso di accettare perche’ siamo un partito nuovo, costruito in solo un anno di lavoro e dobbiamo innanzitutto consolidare la nostra presenza in tutta Italia, nelle comunità, nei territori”.
Sull’anima liberal moderata di questa candidatura c’è poco da discutere, basta guardare al suo curriculum: manager nel settore privato, ex alto dirigente nel settore pubblico, già direttore generale di Confindustria, amministratore delegato Fastweb e un tempo molto vicino anche alla alla Cgil.
Con la sua candidatura a Milano Parisi fu uomo di rottura anche per la sua trasversalità con i poteri che contano , molto apprezzato da Marco Tronchetti Provera e per un certo periodo annoverato tra gli imprenditori “renziani” e da Letizia Moratti, berlusconiana storica, era era stato scelto da Berlusconi per la candidatura a Milano con la convinta approvazione di Fedele Confalonieri e Gianni Letta.
Dopo la sconfitta di stretta misura si pensò che potesse diventare addirittura il prescelto da Berlusconi per governare Forza Italia e in verità si dette un gran da fare sino a quando il Cavaliere, ancora ben lontano dalla rimonta politica attuale, pensò bene di negargli qualsiasi primazia.
Lui per tutta risposta nel dicembre scorso al Teatro Parenti di Milano convoca la convention della sua nuove formazione politica “Energie per L’Italia” con 500 partecipanti venuti da ogni parte del Paese, sindaci, amministratori comunali, dieci parlamentari e 3 consiglieri regionali lombardi. Con un programma di abbattimento del debito, privatizzazione e liberalizzazione delle aziende pubbliche, insieme a quella altrettanto urgente, di radicali riforme del sistema fiscale e della giustizia.
Ma perchè il tutto si trasformasse in qualcosa di più del 3% che lui stimava allora per EpI doveva succedere ancora qualcosa. Trovare una collocazione nell’alleanza del centrodestra. Ebbene con la candidatura alla presidenza del Lazio qualcosa è successo anche a costo di risultare il perdente…..ma un perdente sempre di gran classe.
Giuliano Longo