Luigi Capasso, il carabiniere che ieri ha sparato alla moglie, ucciso le figlie e si e’ suicidato, aveva avuto modo di parlare di cio’ che stava affrontando con almeno due psicologi: uno, a quanto risulta, presso la scuola sottufficiali dei carabinieri di Velletri al momento del suo trasferimento in caserma dove era stato ospitato dopo aver lasciato l’abitazione familiare, e un altro che egli stesso avrebbe raccontato di avere interpellato presso la Asl. Nessuno ha ritenuto tuttavia che l’appuntato non fosse idoneo per svolgere la sua professione e quindi a possedere un’arma di ordinanza. E’ un particolare inquietante che emerge dalle indagini su una vicenda che ha sconvolto la comunita’ locale: a breve avra’ inizio a Cisterna una veglia di preghiera che si protrarra’ fino a sera, mentre per domenica e’ stata organizzata una fiaccolata mentre le esequie delle bimbe si terranno probabilmente nella giornata di sabato. Il commissario straordinario del Comune ha gia’ dichiarato il lutto cittadino. “Alessia era una bambina disponibile e attenta, molto generosa. Martina era taciturna ma era proprio una sua caratteristica. Sapevamo che i genitori si stavano separando, ce lo aveva detto la madre ma eravamo convinti, visto anche il comportamento delle bambine, che tutto fosse nell’ordine delle cose come tante famiglie che oggi hanno problemi e con le quali ci confrontiamo quotidianamente”. Cosi’ la preside della scuola media ed elementare Bellardini di Cisterna che le piccole Alessia e Martina, figlie Capasso ed Antonietta Gargiulo frequentavano fino a ieri mattina quando la follia omicida del padre ha spento per sempre i loro sogni.
La preside racconta la giornata di confronto con gli alunni: “Hanno pianto, ci hanno fatto tante domande, i piu’ piccoli chiedono dove si trovano ora quegli angeli, i grandi si interrogano e noi cerchiamo di fare il possibile, proprio stamattina abbiamo accettato il supporto psicologico degli operatori di Save the children che verranno a scuola nei prossimi giorni. I bambini hanno bisogno di sfogarsi”. La preside Pochesci, tanti anni di esperienza alla guida dell’istituto, conferma che conosceva perfettamente le bambine: “Le ho viste crescere qui dentro, la mamma ci aveva parlato di questa separazione, sapevano che non andavano d’accordo e gli insegnanti cercavano di stare piu’ attenti con loro ma le bambine studiavano e lavoravano in classe regolarmente, mai nessun segno di disagio”. Tutti, anche nella parrocchia di San Valentino dove in molti erano a conoscenza dei problemi della famiglia perche’ Antonietta aveva raccontato del marito e degli esposti fatti nei mesi precedenti, si interrogano su quanto si poteva fare, su cosa non ha funzionato. Le bimbe sarebbero state seguite anche da uno psicologo della Asl ma la cosa era relativamente recente visto che tutto il meccanismo era stato attivato dalla madre dopo la lite avvenuta lo scorso mese di settembre davanti allo stabilimento Findus quando la donna ha raccontato, sempre in un esposto, di essere stata aggredita dal marito.