Pisana, cade la mozione di sfiducia a Zingaretti. Ghera: «Riproveremo»

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Non c’è il numero minimo di sottoscrizioni. Cade così la mozione di sfiducia a Nicola Zingaretti. “Crediamo che anche nelle prossime settimane, se sarà possibile, ragioneremo con le altre forze di opposizione qualora ci siano le possibilità di sottoscrivere la sfiducia in numero maggiore. Su questo da parte nostra c’è chiarezza dal primo momento”.

Fratelli d’Italia non molla sulla linea della sfiducia al Governatore del Lazio, con un primo tentativo andato a vuoto per non avere raggiunto il numero minimo di sottoscrizioni, e lo fa sapere in Aula attraverso l’intervento del suo capogruppo, Fabrizio Ghera, in replica alle linee programmatiche illustrate la scorsa settimana dal governatore del Lazio.

LA MOZIONE DI SFIDUCIA – “È evidente l’anomalia di un presidente che non ha una maggioranza. Noi come FdI abbiamo presentato una mozione di sfiducia, abbiamo chiesto agli altri capigruppo di sottoscriverla. Noi siamo stati votati in alternativa rispetto a Zingaretti – ha aggiunto – e su questo dobbiamo lanciare la nostra battaglia. Noi non abbiamo nessuna intenzione di fare da stampella politica”.

Tuttavia “se ci saranno comunque proponimenti positivi per i cittadini siamo disponibili a ragionare e confrontarci – ha concluso Ghera -. Faremo le nostre proposte per rappresentare la voce dei nostri elettori“.

LA RISPOSTA DI ZINGARETTI – “Un fatto politico si è determinato in questa settimana, la mozione di sfiducia presentata all’ufficio di presidenza da parte di un gruppo è stata respinta perchè non ha raccolto le firme necessarie. Colgo in questa scelta l’affermarsi in questa Aula della volontà maggioritaria di provare ad andare avanti“. Questa la risposta del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, nella sua replica in Aula dopo gli interventi dei gruppi. “Un fatto che ci carica di grandissima responsabilità, positivo non per me o per qualcuno – ha aggiunto – ma per i destini della comunità che rappresentiamo e saremo coerenti nella produzione di atti e provvedimenti legislativi utili ai cittadini”.

“Rassicuro tutti i consiglieri sul fatto che io non voglio imporre il mio programma, non parto da questo. Un punto di mediazione non può essere l’accettazione di un programma da parte di chi non lo ha condiviso. il programma e un contributo alla ricerca di punto mediazione avanzato. Poi serve chiarezza tra di noi, questa none un’assemblea popolare o di campagna elettorale. Io non ho avanzato un programma ma un’agenda di lavoro che è il minimo sindacale possibile per muovere i primi passi con temi che cambierebbero il volto alla Regione”.

“Secondo me la parola importante in questo momento è ‘dialogo’. Se non c’è paura della parola ‘dialogo’, addirittura vista come un disvalore, allora si può produrre un’innovazione o è possibile la costruzione di una identità, un ‘noi’ in positivo, fatto di contenuti, che di per sè non sia l’identità, la contrapposizione a un altro ‘voi’ e, quindi, nel momento in cui io sono d’accordo con qualcun altro la mia identità viene meno – ha aggiunto -. Questo è un punto molto importante, perchè se ci si aspetta che tutto ruoti su un mea culpa di chi ha governato, che deve produrre una netta discontinuita’ sul passato. Così si ripropone una gerarchizzazione dei rapporti che non ci porta da nessuna parte, anche perchè comunque qualcuno ha vinto e sarebbe ben strano che chi ha vinto si proponesse di governare contro se stesso che aveva governato cinque anni prima”.

“Io ho ascoltato il consigliere Parisi, il consigliere Pirozzi, la consigliera Lombardi in primo luogo, i temi che sono stati posti. Penso che non ci sarà quasi mai l’unanimità e quindi permettetemi di prevenire un tema: ci saranno anche delle maggioranze variabili“.

“Sul tema dei rifiuti ci sono delle assonanze con alcune parti dell’Aula, su altri temi con altre. Però, anche qui mi permetto di dire che c’è uno scoglio politico, quasi psicologico – ha aggiunto -. Non banalizzo questo tema. Portiamolo qua dentro. Tutti abbiamo un problema e il problema è che siamo stati tutti eletti sulla base di un programma e di un mandato e ci troviamo in una situazione nella quale dobbiamo trovare un punto di compromesso da spiegare ai nostri legittimi elettori che si aspetterebbero da noi un atteggiamento di un certo tipo. Questo tema è inutile che non lo invitiamo, facciamolo entrare”.

Zingaretti si chiede, e chiede all’aula, “Qual è la forza per spiegare ai nostri elettori che non stiamo imbrogliando, ma stiamo facendo un lavoro al servizio dei cittadini di questa comunità? Ecco, io penso che dobbiamo trovare la formula affinchè sia chiaro che dobbiamo superare una fase per cui ogni convergenza è un inciucio e ogni contrapposizione è una medaglia. Se non superiamo questo ostacolo è ovvio che il Consiglio non approverà nulla”.

UN MINUTO DI SILENZIO – Il Consiglio regionale del Lazio presieduto da Daniele Leodori si era aperto con un minuto di silenzio in memoria di Stefano Zappalà, già assessore e consigliere regionale di Forza Italia, scomparso a Latina qualche giorno fa.

 

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