Pare ormai chiaro che se non la madre, almeno la cugina di tutti i casini amministrativi, sia rappresentata dalla annosa (e onerosa) vicenda dei Punti Verdi Qualità (PVQ) che si avvia ad una soluzione con la scoperta dell’uovo di Colombo.
Infatti secondo i più recenti sviluppi della vicenda l’amministrazione 5stelle, su parere della avvocatura del Comune, cavalca la linea che la fideiussione prestata prima al Credito Sportivo e successivamente alla BCC di fatto non esista e quindi il Campidoglio non è tenuto a coprire i debiti dei concessionari morosi. A 11 dei quali è stata già revocata la concessione, e per debiti stimati e da onorare almeno 120 milioni dei quali almeno una ventina dovrebbero riguardare Parco Feronia (scomparso dai radar) e Spinaceto.
La questione in verità è piuttosto complicata perché la fideiussione non valida riguarderebbe il Credito Sportivo e doveva essere sottoscritta con specifica delibera dl Consiglio o di Giunta per ogni mutuo erogato.
Piuttosto difficile credere che questo escamotage possa funzionare per l’estensione a 250 milioni dei mutui garantiti al 92% dal Comune deliberati in assemblea da tutte le forze politiche già nel 2009.
Resta il fatto che il 24 maggio scorso in una comparsa di costituzione e risposta di Roma Capitale che chiamava in causa il Credito Sportivo, la Bcc e citava il concessionario revocato del Parco della Madonnetta, la difesa di Roma Capitale sosteneva l’inesistenza di ogni fideiussione perché non sarebbe mai stata confermata dalla Giunta.
E sin qui si tratta delle prime convenzioni con il Credito Sportivo della fine degli anni ’90, ma scorrendo la ‘comparsa’ si comprende che questa linea di fuga dalla maledetta fideiussione, potrebbe venir contestata anche per i successivi, formali, impegni del Campidoglio con la Bcc per quanto approvati da successive delibere consiliari.
Infatti la concessione delle fideiussioni sarebbe dovuta avvenire volta per volta, su singoli casi, e non sulla base di un impegno generale che non entrava del merito dei singoli piani finanziari e industriali dei concessionari.
Resta il fatto che la Ragioneria Generale del comune, con l’avvallo del segretario generale Iudicello sino al 2014 ha riconosciuto l’impegno rimborsando alle banche alcune decine di milioni per coprire i buchi di concessionari già da allora palesemente falliti. Non solo ma a tale scopo furono anche utilizzati dal fondo di garanzia richiesto ai concessionari al momento della erogazione del credito garantito. Per non citare da ultimo l’atto finale del prefetto e commissario Tronca che ammetteva l’esistenza della fideiussione.
Insomma tutto ok, ma siamo sicuri che i concessionari che hanno attinto a piene mani dal credito agevolato, talora in modo discutibile, si sarebbero avventurati in investimenti milionari?
L’impressione è che fra carte bollate e ricorsi non se ne giungerà mai a capo e le banche dovranno considerare quelli dei Pvq fra i crediti inesigibili oppure rivalersi su quei concessionari morosi che non sono falliti e hanno ancora qualcosa da perdere.
Campa cavallo, la grande sòla che ci costò minacce di gambizzazione nel 2012 per le nostre rivelazioni, si conclude all’italiana.
Giuliano Longo