Aruba, il portale di servizi internet, dopo Arezzo e Milano arriva a Roma con un nuovo Data Center, presentato nella sede capitolina della Camera di Commercio. Erano presenti, tra gli altri, il sindaco di Roma, Virginia Raggi, il presidente della Camera di Commercio, Lorenzo Tagliaventi, l’amministratore delegato di Aruba, Stefano Cecconi, e l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Gianpaolo Manzella. Previsto un investimento di circa 300 milioni che, dalla primavera del 2020, dovrebbe dare lavoro a circa 200 persone. “Nel 2001 abbiamo costruito il primo Data center ad Arezzo pensato principalmente per noi stessi – ha spiegato Stefano Cecconi -. Da li’ siamo partiti e abbiamo cominciato a condividerlo con i nostri clienti. Successivamente abbiamo realizzato un secondo Data center ad Arezzo, poi a Milano, il primo grande passo in grado di ospitare infrastrutture grandi, fino ad arrivare anche a Roma, perche’ lo chiedeva il mercato. Cercheremo di comprimere al massimo i tempi di costruzione, saremo pronti per la primavera del 2020, prima facciamo e meglio e’. Speriamo che Roma possa replicare il data center di Milano”. Il Data center occupera’ una superficie totale di 74 mila metri quadrati di cui 52 mila dedicato al solo data center, con una potenza raggiungibile di 66MW prodotta al 100% da fonti rinnovabili.
“Il Data center e’ un edificio ma non un investimento immobiliare, sarebbe riduttivo dire una cosa del genere – ha sottolineato Cecconi -. E’ una macchina che ha bisogno di tutta una serie di componenti che possano permettere l’erogazione dei servizi. Un investimento di circa di 300 milioni di euro e circa 200 posti di lavoro. Abbiamo anche previsto 12 mila metri quadrati fra servizi e uffici con spazi per clienti per la nascita di Startup”. “Una storia di successo tutta italiana che ci racconta come un’azienda italiana diventa una grande azienda – ha detto il sindaco di Roma, Virginia Raggi -. Un’azienda che non scappa all’estero e che vuole investire a Roma, riconoscendo che le condizioni in questa citta’ ci sono. Non e’ vero che a Roma va tutto male. Abbiamo una citta’ che ha un centro di ricerca tra i piu’ grandi d’Italia e questa cosa va sfruttata e potenziata”. “Stiamo lavorando tantissimo sulla zona est e siamo riusciti a sbloccare i cantieri della Tiburtina – ha ricordato Raggi -. Questo sblocco dei lavori lo abbiamo fatto perche’ se una zona che diventa il polo tecnologico e’ irraggiungibile creiamo un danno per l’economia del Lazio. Sfruttando le potenzialita’ di Roma possiamo rendere la nostra citta’ la Startup City d’Europa. Iniziamo a lavorare in questa direzione”. La sindaca Raggi ha anche voluto sottolineare l’aspetto dell’impatto zero sull’ambiente del nuovo Data center: “Il fatto che grandi progetti imprenditoriali tengano il faro accesso sulla sostenibilita’ dimostrano che puo’ esserci uno sviluppo ecosostenibile e ecocompatibile. Dobbiamo creare ricchezza e Roma e il Lazio debbano iniziare a trainare il nuovo corso dell’economia italiana”. “Grazie ad Aruba per la scelta di investimento – ha aggiunto Gianpaolo Manzella -. Un’impresa familiare che ha saputo cogliere appieno le trasformazioni che avvenivano. Questo e’ un segnale importante per Roma, per la nostra regione, con un’impresa che ha scelto di investire qui. E’ importante per il tessuto territoriale, per il tessuto universitario. Penso che oltre ad essere un bel segnale della citta’ sia un’ottima occasione perche’ possono crescere e svilupparsi nuovi ecosistemi economici, pensiamo che possa essere un impulso al TecnoPolo”.