Che cercate? La scritta che giganteggia sulla facciata dello stabilimento è la domanda che viene rivolta alle migliaia di persone che, lungo un serpentone di 5 chilometri, hanno camminato dalle 22 di sabato alle 7 di domenica lungo la strada che da Macerata porta a Loreto. Accolti all’arrivo dalla ‘Madonna nera’ hanno raggiunto la cittadina marchigiana seguiti dai canti, dalle preghiere, dalle testimonianze di migliaia di volontari che hanno accompagnata la loro ‘camminata’.
Perché passare una notte? Per curiosità, per fede, per poter vedere se ci si fa. Ognuno con le sue motivazioni, cattoliche o laiche, in compagnia. Tanti i cartelli dei paesi partecipanti, alcuni artigianali (un rettangolo di cartone scritto col pennarello) altri un po’ più professionali (con tante lucine che hanno aiutato nei momenti in cui la strada era buia oppure si perdevano i compagni) ma tutti portati con orgoglio. Che dire dei volontari che hanno passato una parte della notte a reggere un palo con gli altoparlanti sopra? Oppure di quelli che la mattina hanno distribuito la colazione a chi arrivava con sul viso l’espressione stupefatta di chi ce l’aveva fatta? Persone, gente che ha camminato insieme.
In un mondo che sembra perdersi dietro l’individualismo o il nascondiglio comodo di un PC sembra strano che tanta gente abbia ancora la voglia di mettersi in gioco e di passare una nottata diversa. Più di 30 km non sono uno scherzo ma grande è la soddisfazione di arrivare ad una meta che è solo un punto di arrivo lungo il cammino della vita.
«A me piace quando vedo giovani coraggiosi che si mettono in cammino per andare la notte, è un buon segnale, perché nella vita non si può restare fermi, un giovane non può restare fermo, se no va in pensione a venti anni. La gioventù è per andare avanti, per scommettere e dare frutti» dice Papa Francesco, ma io ho visto tanti non giovani con la stessa grinta di un ventenne che la pensione l’hanno raggiunta e vogliono dimostrare a se stessi che la forza di volontà non va in pensione.
Cercando di non perdere le compagne di cammino ho percorso strade tra capannoni industriali e paesi, ascoltando e non pensando a niente ma cercando soltanto di mantenere il passo con gli altri. È bello camminare con altri che non conosci e che, forse, non incontrerai più seguendone i ritmi come loro seguono i tuoi, non cercando di fermare il flusso ma essendone parte e chiedendoti ‘ma cosa stò cercando?’ ….. solo di arrivare alla meta e dire ‘ce l’ho fatta’ per ricominciare domani con un’altra avventura.
Anna Maria Felici