Approvato ieri dalla Giunta regionale l’accordo tra la Regione Lazio e l’Istituto Luce Cinecitta’ per il sostegno a start-up innovative nel settore del videogame. Con questo accordo le due parti investono 600.000 euro (ciascuna delle due parti investira’ 300.000 euro) per portare avanti una serie di azioni congiunte a sostegno della crescita del settore, tra cui un programma per start-up innovative e creative nell’ambito del nuovo incubatore/acceleratore dedicato all’industria del videogame ‘Cinecitta’ Game Hub’, programma che coinvolgera’ almeno 10 startup del settore. Il ‘Cinecitta’ Game Hub’ e’ un nuovo spazio che l’Istituto dedica alle imprese di un settore in fortissima crescita in Italia e nel Lazio. I dati dell’associazione di settore Aesvi parlano di un giro d’affari di circa 1,5 miliardi di euro, di un trend di crescita in tutti i suoi segmenti, di un Lazio che vede la presenza di aziende di primo piano e di scuole specializzate. Il videogioco sta quindi divenendo una parte sempre piu’ importante di un settore- le industrie creative- che nella nostra regione valgono 15 miliardi di euro e rappresentano l’8.8% del valore aggiunto. “L’accordo che sottoscriviamo con l’Istituto Cinecitta’ Luce dice molto della nostra strategia a favore della nuova impresa innovativa. Prima di tutto perche’ puntiamo su un settore come quello dei videogiochi, che in tutta Europa sta crescendo e che nella nostra regione vanta manifestazioni dedicate come Rome Video Game Lab (prodotto dalla stessa Cinecitta’) e Romics, imprese tra le piu’ dinamiche e Accademie di prima importanza: c’e’, insomma, un ecosistema che l’azione della Regione vuole rafforzare- dichiara Gian Paolo Manzella, assessore regionale allo Sviluppo economico- poi perche’ con la collaborazione con una istituzione come Istituto Luce Cinecitta’ continuiamo il modello sperimentato con Asi per il settore dell’aerospazio: lavorare con i grandi operatori del settore per far nascere nuova impresa. Infine, per l’approccio. Oramai in tutto il mondo le tecniche di videogioco si applicano a servizi pubblici, come medicina, istruzione: e’ una strada che va seguita anche qui da noi”.