È il VI congresso regionale della Cgil Roma e Lazio, un appuntamento molto sentito e partecipato a cui guarda con grande attenzione tutto il direttivo nazionale in vista delle prossime elezioni. Oggi presso il centro congressi in via dei Frentani si è aperta la tre giorni di appuntamenti e dibattiti che si chiuderà venerdì con l’intervento di Maurizio Landini, segretario Cgil nazionale. A introdurre i lavori Michele Azzola, segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, con una relazione attenta incentrata sui temi dell’unità e “convergenza delle forze sindacali”.
«La Cgil, il sindacato unitario – ha detto Azzola nel suo intervento – può rappresentare la rete che unisce le tante iniziative sociali che valorizzano il paese, le tante iniziative civiche che i volontari portano avanti tenacemente. Si tratta di valorizzare le cose che ci uniscono e non quelle che ci dividono. Noi siamo pronti ad aprirci a questa nuova sfida – ha aggiunto – consapevoli che l’inedito scenario politico che affrontiamo ha bisogno di risposte nuove, coraggiose e che mettano insieme il tanto buono che è presente nella società, ma troppo spesso invisibile e non conosciuto. In questi due anni, con un lavoro molto importante della segreteria, con un ruolo importante di Roberto Giordano, e dello Spi, ci siamo posti l’obiettivo di incontrare i comitati di quartiere, di pendolari, di scopo, o le associazioni che da anni operano per contrastare l’illegalità, come Libera, o per una società migliore come l’Anpi e l’Arci.
Riteniamo- ha aggiunto – che il confronto con tutto il mondo delle associazioni debba rafforzarsi, debba diventare strutturale».
Nel suo intervento Azzola si è soffermato anche sulla crisi di alcune aziende romane come Atac, “il cui concordato preventivo – ha detto Azzola – è diventato un alibi per non definire gli investimenti necessari al rilancio dell’azienda”. Diversa invece la vertenza Ama che mostrerebbe secondo il segretario “tutta la fragilità del contesto capitolino. Da una parte – ha detto Azzola – il ciclo dei rifiuti del nostro territorio sconta ritardi colossali, accumulati nel tempo e dovuti alla mancata sinergia tra istituzioni. Soprattutto quello romano paga un assetto basato sul monopolio di Cerroni, su quella discarica dentro la quale si sono stoccate con i rifiuti le inadeguatezze del sistema. Dall’altra, questo territorio mostra oggi la propria incapacità di reagire con progetti all’altezza della situazione.
Ma Azzola ha accennato anche alle “triste sorti” di Risorse per Roma, Roma Metropolitane e Multiservizi società che si stanno spegnendo per mancanza di attività. Altri tre anni di paralisi come i due appena trascorsi – ha concluso il segretario – sono una condizione che la città non può permettersi e, soprattutto, alla quale non sarebbe in grado di sopravvivere”.