Rifiuti, Donato Robilotta: «La situazione del Lazio è più grave di quella in Campania»

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«Ho trovato francamente deludente il consiglio straordinario tenuto alla Pisana sui rifiuti perché non si è affrontata la grave crisi che Roma e il Lazio vivono da un po’ di tempo.

Eppure la situazione del Lazio è più drammatica di quella della Campania, e per averlo chiaro bastano tre dati su tutto.

Il Lazio e la Campania hanno più o meno lo stesso numero di abitanti, ma il Lazio produce più rifiuti della Campania, ha una raccolta differenziata di dieci punti sotto, il 42% a fronte del 52%, ed ha un unico impianto di termovalorizzazione, quello di S. Vittore che al massimo può bruciare 350 mila tonnellate di rifiuti rispetto ai 750 mila tonnellate all’anno bruciati dall’impianto di Acerra in Campania.

Non me ne voglia l’assessore regionale ai rifiuti ma ho trovato evanescente la sua relazione, come la replica, perchè rinvia al prossimo anno la discussione del piano rifiuti, che Zingaretti avrebbe dovuto approvare nella scorsa legislatura, non dice niente su che fine ha fatto la delibera Buschini sul fabbisogno, in fase di vas da due anni, e continua a scaricare tutte le responsabilità sul Campidoglio.

Non solo ma di fronte alla crisi chiude il termovalorizzatore di Colleferro, solo per lisciare il pelo alla protesta di un comitato locale sostenuto dal Sindaco , annuncia la costruzione di un impianto che dovrebbe lavorare i rifiuti a freddo per produrre energia e riapre la discarica. Intanto io, e non solo, non conosco impianti che producono energia a fredda e soprattutto considero solo propaganda l’annuncio della chiusura della discarica nel 2019, perché ha una capienza tale, circa 1 milione di mc, da farne la più grande del Lazio e immagino che ci vorrà del tempo per riempirla.

Insomma l’esatto opposto di quello che fanno in tutti i paesi europei, in particolare in quelli del nord, che hanno forte presenza di partiti ambientalisti ed anche una cultura ambientalista molto radicata, dove chiudono le discariche grazie alla chiusura del ciclo con termovalorizzatori che producono energia.

L’assessore regionale ai rifiuti fa bene a insistere con la sindaca Raggi per l’individuazione della discarica dei rifiuti ma dovrebbe anche dire di che dimensioni e capienza parliamo e soprattutto dovrebbe spiegarci perchè la giunta Zingaretti nella scorsa legislatura consentì alla giunta Marino di chiudere la discarica di Malagrotta senza aver trovata una discarica alternativa e senza aver costruito l’impiantistica, prevista dal piano regionale, per chiudere il ciclo dei rifiuti.

E vorrei anche dirgli che non basta aumentare la raccolta differenziata per risolvere il problema perché la differenziata non fa sparire i rifiuti ma li separa e servono gli impianti di compostaggio che nel Lazio sono insufficienti.

Leggiamo i dati. Secondo il rapporto Ispra 2017 il Lazio nel 2017 ha prodotto oltre 3 milioni di tonnellate di rifiuti, di cui circa 1.200.000 tonnellate di differenziato e 1.800.000 di indifferenziato.

La raccolta differenziata nel Lazio è al 42%, tra le più basse e di dieci punti sotto la media nazionale pari al 52%, e produce ad oggi circa 500 mila tonnellate di umido a fronte di una impiantistica autorizzata pari 250 mila. Oltre la metà deve essere portato fuori Regione. Succede a Roma che ha a disposizione un solo piccolo impianto da 30 mila tonnellate, rispetto ad un bisogno di oltre 250 mila tonnellate, ma anche in altre province come Frosinone che, con la chiusura della linea dell’umido nell’impianto di Saf Colfelice, vede tutti i comuni costretti a rivolgersi fuori Regione con aggravio dei costi.

Il Lazio ha 8 impianti di Tmb che lavorano i rifiuti con produzione di Cdr, che deve andare nei termovalorizzatori, e fos e scarti che devono andare in discarica. Anche se entrasse in funzione quello di Guidonia, già costruito ma non ancora in esercizio, con le problematiche del Tmb Ama di salaria, che andrebbe chiuso il prima possibile, abbiamo comunque una certa carenza impiantistica.

Invece è l’impiantistica della termovalorizzazione che ad oggi è assolutamente insufficiente. Calcolando come se la raccolta differenziata fosse già al 65% noi avremmo una produzione di Cdr pari a circa 879.382 tonnellate l’anno, come previsto dal Dpcm del governo Renzi, a fronte dell’unico impianto di S. Vittore, di Acea, che può al massimo bruciare 300.000 tonnellate all’anno. Avremmo quindi una insufficienza di valorizzazione pari a quasi 600.000 tonnellate, tanto che sia il piano regionale dei rifiuti in vigore, che il Dpcm del Governo Renzi, prevedono nel Lazio 4 impianti: S. Vittore, Colleferro, Malagrotta e un quarto da costruire.

Solo per citare altri dati, circa 300 mila tonnellate di rifiuto indifferenziato di Roma e il cento per cento dei rifiuti trattati dai quattro tmb, pari a 700 mila t/a, vanno fuori Regione per l’insufficienza impiantistica.

Non solo ma siamo alla ricerca anche di discariche fuori stante l’assenza a Roma della discarica di servizio. Tanto che la Regione ha previsto di aumentare le volumetrie delle vecchie discariche per circa 10 milioni di mc da qui al 2026.

Per questo considero grave la chiusura del termovalorizzatore di Colleferro e considero assurda questa guerra ideologica contro una impiantistica usata da paesi europei all’avanguardia da un punto di vista ambientale».

Donato Robilotta

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