Dopo aver buttato giù con ruspa da lui guidata un po di ville dei Casamonica insieme a Zingaretti, la Raggi e tutta la hit parade di autorità, compreso il presidente del Consiglio Conte, oggi Matteo Salvini si sarebbe dovuto recare anche alla Pisana, sede del Consiglio Regionale, per una iniziativa della Lega contro la violenza alle donne.
Il che sarebbe stato buono e giusto, perché il “truce” con il suo piglio maschio e volitivo è d’appertutto come lo zenzero e poi, già che c’era, avrebbe potuto anche ringalluzzire i suoi per buttar giù Zingaretti.
Ma andiamo per ordine.
Il centro destra, stranamente unito, ha presentato una mozione di sfiducia contro il governatore, in verità non molto argomentata, che gli imputa, nella sostanza, di non essersi occupato di niente (Sanità, Trasporti, rifiuti ecc.) perché troppo impegnato per la sua candidatura alla segreteria del Pd.
Non avendo Zingaretti la maggioranza alla Pisana, soprattutto dopo la dichiarazione dei grillini che voteranno la sfiducia, a Nicola restano due voti in più che sono quelli del Gruppo misto con il vice presidente d’aula Cangemi che avrebbe tanta voglia di ritornare in Forza Italia e l’ex leghista Cavallari che forse un po’ pentito del suo sostegno al governatore lo è, anche perché la sua fuoriuscita dalla Lega non gli garantisce un grande futuro. Pirozzi non pervenuto, perché lui vuole tutte le firme degli oppositori dal notaio (alla Marino tanto per intenderci) ma non si capisce come voterà lui alla fine della fiera.
Ergo, direte voi, Zingaretti rischia. Per quelle che sono le nostre modeste conoscenze dei giochini d’aula abbiamo molti dubbi.
Il primo, dirimente, è che nessuno vuole tornare casa e rinunciare agli 8.000 emolumenti mese e passa di compenso. Il secondo è che, come dimostrano le vicende degli ultimi mesi, le maggioranze alla Pisana sono variabili perché c’è chi manca in aula , chi si ammala e chi si infortuna tanto che alla fine la giunta Zingaretti rimane sempre in piedi.
Se a questo si aggiunge un po’ di mercato delle vacche (do ut des) a ridosso dell’approvazione del bilancio della Regione e forse del piano dei rifiuti, si desume che l’alta (non l’altra, si badi bene ) politica finisce per prevalere anche per i i 5stelle (onestà,tàtàtà) che in questi giochi si vanno acconciando benissimo. Anzi Zingaretti ha sempre manifestato un’apertura nei loro confronti che potrebbe venir utile nel caso il quadro politico evolvesse e i pentastellati cercassero di uscire dall’abbraccio mortifero di Salvini, e si volgessero ad un altro forno magari con Zingaretti segretario del Pd. Fico, Fico o yes!
Comprendiamo che Parisi con questa iniziativa della mozione di sfiducia vorrebbe proporsi come leader del centro destra, Lega inclusa, dopo la trombata alle regionali che gli ha causato Pirozzi, ma è anche vero che la sua coalizione ci sembra un po’ l’armata Bracalone. Con la Lega che si vuol fagocitare Forza Italia e i Fratelli della Meloni, sui territori, già fagocitati dalla Lega. Insomma un grande esodo di tutto il centro destra verso Salvini e holè, todos caballeros, c’è posto per tutti.
In conclusione non diciamo che la Giunta debba dormire sonni tranquilli, si tratterà di vedere quali saranno le richieste dei postulanti. Almeno finché il Governatore sia disposto a stare a questo gioco piuttosto logorante. In fondo alle primarie del Pd mancano pochi mesi e comunque vada a finire Zingaretti un suo futuro ce l’ha, molto meno i maghi dell’opposizione e probabilmente molti dei suoi seguaci. Quindi le carte stanno in mano a lui che potrebbe segare la legislatura regionale, optando per altri lidi lasciando consiglieri e assessori nello sconforto.
Chiusa questa più o meno ardita parentesi, ci permettiamo di segnalare un altro problemino per il centro destra. Adriano Palozzi, già capo gruppo di Forza Italia alla Pisana, finito ai domiciliari per le vicende del costruttore Parnasi, a breve, scontata la pena, ha tutta l’intenzione di riprendere il suo seggio di consigliere di FI attualmente occupato da Roberta Angelilli che gli è subentrata. Certo, deciderà l’assemblea, ma Palozzi è un duro disposto a fare ricorsi a tout le monde per riprendersi quella poltrona sudata a botte di migliaia di preferenze.
Giuliano Longo