Notte stupenda, la luna si affaccia tra gli alberi, lontano un camion frena… dal giardino si vede un palazzo con le finestre illuminate e la basilica in lontananza.
No non è l’incipit di un romanzo ma è quello che ieri sera alcuni cinefili irriducibili vedevano alzando gli occhi dallo schermo di Piazza Vittorio. La rassegna si intitola ‘notti di cinema’ e nessun titolo è più centrato. Ma torniamo ai protagonisti, i film, che ieri sera erano 2: Gli asteroidi di Germano Maccioni, presente in sala, in concorso e Milla di Valerie Massadian, presente nella sessione ‘cineasti del presente per cui ha avuto il premio speciale della giuria. Vi lasciamo ad altre fonti per biografia e filmografia perché ci interessa parlare di quello che abbiamo visto.
Gli Asteroidi è un film interessante, ottima fotografia ed interpretazione ma che non aggiunge molto ad altri film già visti. La provincia falcidiata dalla crisi in cui pochi sopravvivono, i giovani tentati dal facile guadagno e la tragedia annunciata. In questo caso non c’è vera tragedia se l’omicidio dell’unico visionario che preannunciava la seconda catastrofe provocata da un asteroide dopo la scomparsa dei dinosauri. Menzione speciale per Pippo del Bono, ma il mestiere è mestiere.
Il secondo film invece ci ha colpito per le belle immagini, la colonna sonora e l’interpretazione della splendida Sandrine Jonckeere che gioca in casa e rivive il dramma personale di donna che perde il compagno e resta con un bambino che deve crescere da sola.
Sarà forse la tenerezza che fin dall’inizio ci fa seguire con il cuore questa ‘ragazzina’ non cresciuta che vive giocando, che si sente estranea tra gli altri, che vede arrivare un amico del suo compagno con lo zaino di lui e capisce.
Non piange non si dispera, va avanti seguendo la sua strada, mette al mondo il bambino, si guadagna da vivere come cameriera perché ‘il sussidio non basta’. La scena della prima poppata del bambino da sola vale il film. Il suo rapporto con il figlio è basato sul gioco ed è un gioco a tre: mamma, papà e Ethan. Ma è una battaglia per la vita in cui il concetto di battaglia non è puntuale ma continuo tanto da diventare parte della vita stessa.
Tutto qui. Ma averci fatto partecipare per 2 ore alla vita di Milla ci ha fatto capire che dare ad una donna così il titolo di ‘perdente’ come sarebbe categorizzata nella vita di oggi, è sbagliato. Si può vivere la propria vita nel mondo anche senza farsene travolgere, combattere per sopravvivere e ridere giocando, prima con il proprio compagno, poi con il bimbo a mettersi lo smalto. Ambedue non capiscono la necessità di avere tutte le dita con lo stesso colore.
Tutto il resto è la vita.
Anna Maria Felici