Rai Uno, La mossa del cavallo: in tv il primo film tratto dai romanzi storici di Andrea Camilleri

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"La Mossa del Cavallo" regia G. M. Tavarelli - foto di Fabrizio Di Giulio

Ambientato nell’immaginata – ma pur sempre realistica – cittadina di Vigata, arriva in tv il primo film tratto dai romanzi storici di Andrea Camilleri, La mossa del cavallo, edito da Sellerio, un giallo grottesco e pieno di sorprese che ci restituisce personaggi, situazioni, colori e umori caratteristici della Sicilia post- risorgimentale.

LA MOSSA DEL CAVALLO IN TV

“La mossa del cavallo – C’era una volta Vigata”, per la regia di Gianluca Maria Tavarelli, una grande produzione Palomar in collaborazione con Rai Fiction, andrà in onda in prima visione lunedì 26 febbraio su Rai1. Protagonista Michele Riondino che smessi i panni del giovane Montalbano – nelle due apprezzatissime serie tv nate sempre dalla geniale fantasia di Camilleri e con lo stesso Tavarelli alla regia- veste ora quelli ottocenteschi del giovane e intransigente “ispettore ai mulini” Giovanni Bovara.

LA STORIA

Nato a Vigata ma sempre vissuto al nord – e in tutto e per tutto ormai uomo del nord – l’ispettore è stato inviato nel territorio di Montelusa per investigare sull’applicazione dell’imposta sul macinato (l’odiata “tassa sul pane” come veniva allora chiamata) che sta provocando episodi di corruzione e strane morti tra i funzionari. E’ proprio mentre indaga su loschi traffici tra mulini clandestini, gestiti dal boss locale, che le cose si complicano per il giovane Bovara.

Un prete, un “parrino” non proprio retto, viene ucciso sotto i suoi occhi. Da qui un giallo avvincente che vedrà Bovara trasformarsi da accusatore in accusato e cadere in una trappola pericolosa, ordita ai suoi danni, dalla quale riuscirà ad uscire solo “scavalcando” l’ostacolo rappresentato dal suo modo di pensare, ragionare e parlare come un uomo del nord. Dovrà fare cioè quell’abile “mossa del cavallo” che come spiega Camilleri nella sua nota al romanzo “è il recupero del dialetto siciliano. E quindi potersi muovere agevolmente dentro il dialetto ritrovato e rivoltare a suo beneficio il senso e il significato delle parole”.

IL CAST

GIOVANNI BOVARA – MICHELE RIONDINO
TRISINA CICERO – ESTER PANTANO
SPAMPINATO – COCÒ GULOTTA
ARTEMIO CARNAZZA –  ANTONIO PANDOLFO
LA PERGOLA – GIOVANNI CARTA
OTTAVIO REBAUDENGO – GIANCARLO RATTI
DON COCÒ AFFLITTO – MAURIZIO PUGLISI
AVVOCATO FASULO – FILIPPO LUNA
AVVOCATO LOSURDO – VINCENZO FERRERA
MEMÈ MORO – MAURIZIO BOLOGNA
CAMINITI – – DOMENICO CENTAMORE
SCIAVERIO PIPITONE – GIUSEPPE SCHILLACI
INGRASSIA – DANIELE PILLI
LA MANTIA – ANGELO LIBRI
GIUDICE PINTACUDA –  ROBERTO SALEMI
MARESCIALLO CC PURPURA – CARLO FERRERI
CAPITANO LOSTRACCO – GIUSEPPE LANINO