Anche i cosiddetti candidati minori sono già nel pieno di una campagna elettorale dove molto ci si divide ma poco si parla di programmi. Il che può considerarsi normale visto che i programmi sono spesso “libri dei sogni” destinati a naufragare contro la dura realtà di questa capitale senza soldi e poche idee. Così mentre Stefano Fassina (Sinistra Italiana/Sel) organizza 100 banchetti sparsi in tutta la città per incontrare gli elettori, dalla “banda opposta” Francesco Storace si va facendo il tradizionale giro di tutti i mercati. Destinati a perdere, i due comunque si danno un gran da fare nel solco e nei modi che furono del passato, non sempre illuminati dall’attenzione mediatica o coinvolti negli ormai stucchevoli talk show. Tuttavia Storace, che di campagne elettorali ne ha fatte parecchie e che di fiuto politico non manca certo, durante un suo tour affermava «Berlusconi e Meloni credo abbiano già fatto l”accordo. Berlusconi sta fingendo di portare Bertolaso, però sulla programmazione Mediaset, e anche sulla stessa Rai, abbiamo ”TeleMeloni”. Io invece vado per le strade.» Invidia o preveggenza?
BERLUSCONI E BERTOLASO
Ancora oggi il Corriere della Sera riportava alcune affermazioni di Berlusconi secondo le quali«gli altri candidati sono pure comparse. Lega e Fdl si sono fatti trascinare dai litigi nella destra romana.» Quindi Bertolaso «è l’unico che può risolvere i problemi di Roma: gli altri sanno solo fare politica, non saprebbero da dove cominciare». Ma lo stesso quotidiano riporta anche un sondaggio della Technè per il quale l’ex capo della Protezione Civile è quotato tra il 14 il 17 per cento e con il fiato sul collo della Meloni al 17-20 per cento, la quale incalza Giachetti al 19-22 per cento. Quando basterebbe a far cambiare idea all’ex Cavaliere per puntare più su Giorgia che su Marchini, come si era ventilato nei giorni scorsi.
DESTRA UNITA PER RAGGI?
Uno scenario che potrebbe vedere al ballottaggio una destra unita (o quasi) contro Virginia Raggi di Cinque Stelle, attestata tra il 25 e il 27 per cento. Vi è poi il sondaggio dell’Istituto Ixe in esclusiva per Agora” (Raitre), che vede a livello nazionale il Pd scendere dal 34,6% al 34,1% in una settimana, mentre crescono sia il Movimento 5 Stelle (25,4%, +0,4%) e la Lega Nord (14,4%, +0,3%). Eppure il dato più significativo che rende davvero incerte le rilevazioni di opinione, riguarda quel 42% di italiani che oggi si asterrebbe dal voto. Ipotesi che rafforzata da una data elettorale, il 5 giugno, proprio a ridosso del ponte per la festa della Repubblica.
RISCHIO ASTENSIONE RECORD
A Roma, città vacanziera per la sua vocazione marittima, le cose potrebbero andare anche peggio. In epoche ancestrali gli esperti di Botteghe Oscure dicevano che l’astensionismo finiva per giovare al defunto PCI radicato nel suo elettorato. Oggi, per come è ridotto il Pd romano, l’impressione è che l’astensionismo possa giovare alla Raggi. Gli incazzati (e a Roma sono tanti) vanno a votare, gli altri preferiscono il litorale o i viaggi esotici.
Giuliano Longo