Il 22-23-24 marzo a Roma si è svolto il Congresso Europeo dell’associazione Volt dal titolo: Join the Change (unisciti al cambiamento).
Dal sito https://www.voltitalia.org/about “Volt è un movimento paneuropeo e progressista che propone un modo di fare politica nuovo e più inclusivo. Vogliamo portare un cambiamento reale a tutti i cittadini d’Europa. Un nuovo approccio paneuropeo serve a vincere le sfide presenti e future: cambiamenti climatici, diseguaglianze economiche, immigrazione, conflitti internazionali, terrorismo, l’impatto della rivoluzione tecnologica sul lavoro”.
Gli attivisti si sono ritrovati a Roma per presentare i candidati alle Europee del primo partito paneuropeo della storia. All’Auditorium del Massimo le magliette viola hanno dato il benvenuto ad attivisti e curiosi e l’atmosfera allegra e di amicizia ci ha ricordato che i tanti giovani qui presenti sono già europei, sia per la loro visione che non ha molto a che vedere con le barriere, sia per le poche prospettive che hanno in Italia che li portano naturalmente a guardare oltreconfine per una vita migliore. Molti di noi hanno figli o nipoti o amici che parlano di andare in Europa per fare esperienze nuove o solo per trovare un lavoro portando avanti la nostra voglia di vedere cosa c’è dietro l’angolo che ai tempi andati si realizzava attraverso l’Interrail ed i primi scambi culturali. Questi sono già cittadini europei.
L’inglese è la lingua dominante, con vari accenti, e tutti si salutano come fossero amici da sempre e magari si sono incontrati solo ieri.
L’Auditorium è pieno e la penombra mette in evidenza i visi ed il colore dei capelli di questi giovani che vogliono dire la loro.
Noi siamo andati sabato pomeriggio in tempo per sentire Sandro Gozi, Presidente dell’Unione dei Federalisti Europei che ha portato la voce del movimento seguito da Emma Bonino che ha ribadito la necessità del progetto Europeo descritto come una barca che ha problemi a navigare perché manca di manutenzione. Nessun marinaio affonderebbe la sua barca senza cercare prima di risistemarla, dargli un nuovo assetto. D’altra parte in questi anni sono cambiate molte cose e molto dovrebbe essere ridiscusso, ma da qui a mettere in discussione l’intero costrutto ce ne passa. La standing ovation che l’ha accompagnata la fa diventare una grande testimonial del progetto europeo che ha sempre portato avanti con la passione che non possiamo che riconoscerle. Tanti i temi toccati dagli altri relatori. Enrico Giovannini già ministro del lavoro e delle politiche sociali e professore di Economia a Tor Vergata, parla del concetto di benessere come un mix di salute, clima, sostenibilità ambientale, qualità della vita e componente economica. Temi che riprende anche Antonio Navarra, President of the Mediterranean Center for Climate Change. Marcella Panicucci, Direttore Generale di Confindustria, ricorda l’importanza del progetto Erasmus e il fatto che il nostro Welfare va esportato perché in Europa funziona. Afferma che dobbiamo adattare il sistema al nuovo mercato del lavoro iniziando dalle nostre aziende ed affrontando l’impatto dei mestieri emergenti fonte di cambiamento. Sviluppo del lavoro e qualità del lavoro, non solo quantità, temi forti in un momento in cui la tecnologia ci sta cambiando la vita.
I candidati di Volt al Parlamento Europeo Reinier van Landschot, Olandese, e Belle Heiss, tedesca, si uniscono agli altri per ribadire che l’Europa e la casa di tutti e dobbiamo farla funzionare. Conclude Paolo Gentiloni, già Presidente del Consiglio, che mette l’accento sulla necessità di avere una comune politica delle migrazioni, anche quelle dovute a problemi di tipo economico ed a cambiamenti climatici.
La nuova Europa dovrebbe avere quindi una comune interfaccia verso l’esterno attraverso un’unione politica espansionistica ed economica che ci trasformi in un blocco coeso in grado di affrontare sia le potenze emergenti, vedi Cina, che i vecchi mercati, vedi USA e Russia, con una forza che le singole nazioni non posso avere. Tutto questo è il futuro per i nostri giovani e una speranza di ripresa per il nostro asfittico mercato del lavoro.
Anna Maria Felici