Regione Lazio, sfida sul bando Cup: sciopero il 21 settembre

I lavoratori e i sindacati sono scesi in piazza contro la gara centralizzata unica

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Lunedì 21 settembre sarà il primo giorno di sciopero del Cup, il centro unico delle prenotazioni delle visite mediche. La Regione Lazio non è tornata sui suoi passi e i lavoratori sono sul piede di guerra perché, secondo i calcoli dei sindacati, il bando unico centralizzato rischia di ridurre anche del 20 per cento gli attuali posti di lavoro.

LA SITUAZIONE – Nonostante la manifestazione di ieri mattina, con almeno un centinaio di dipendenti che insieme ad esponenti Asl e di altre ditte ospedaliere hanno protestato in piazza Oderico Da Pordenone, la Regione non ha cambiato idea e sembra non avere intenzione di modificare i piani nonostante la fondata preoccupazione dei lavoratori che, sostenuti dai sindacati, vedono sullo sfondo lo spettro del licenziamento. Dopo una mattinata di proteste l’incontro in via Cristoforo Colombo tra la cabina di regia della sanità e i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil di Roma e Lazio ha portato all’impegno da parte della Regione di avviare un tavolo tecnico da lunedì per apporre eventuali correzioni al bando. I sindacati però non sono soddisfatti e hanno indetto l’agitazione dei lavoratori Cup che incroceranno le braccia per la prima volta il prossimo 21 settembre, anche se disagi nel servizio di prenotazione saranno possibili già nei prossimi giorni.

LA CAUSA – Il bando Recup ideato dalla Regione Lazio, pubblicato dopo l’annuncio di un precedente bando del 2014 e poi ritirato per l’interesse di Mafia Capitale, prevede un impegno di spesa inferiore rispetto agli anni precedenti con un cospicuo taglio del personale (400 lavoratori verrebbero mandati a casa, circa il 20% dell’organico totale composto da duemila unità). I manifestanti, presenti al sit-in con slogan come “No al massimo ribasso, sì clausole sociali, no Mafia capitale” scritto sulle t-shirt, chiedono dunque il ritiro del nuovo bando o la sua modifica con l’inserimento di clausole sociali a tutela dei loro posti di lavoro.

LE PROTESTE – “La Regione – tuonano il segretario nazionale di Ugl Sanità Daniela Ballico e il segretario provinciale di federazione Gianluca Giuliano – si ostina a non voler fornire risposte sui grandi rischi che i dipendenti Cup corrono con questo bando. Siamo fortemente preoccupati per i possibili effetti negativi scaturiti dalla nuova gara Recup”. Si teme infatti che il licenziamento di un ingente numero di lavoratori, perlopiù personale al limite della precarietà economica o persone disabili, oltre a comportare un disastro occupazionale e sociale possa causare gravi criticità nel servizio sanitario agli utenti, con conseguenze come aumento delle code agli sportelli, disorganizzazione e slittamenti nella prenotazione di visite e lunghissimi tempi di attesa al telefono. “Il nuovo bando è pieno di incongruenze – ha aggiunto il segretario generale Uil Sandro Bernardini – e non ci sono punti di salvaguardia dei dipendenti. Dunque va cambiato”. Gli fa eco il segretario Cgil Natale Di Cola, il quale ha annunciato l’inizio della mobilitazione perchè “non certo che il bando verrà modificato dalla Regione come chiesto e in opposizione a licenziamenti di massa”. “É stato gravissimo non aver avuto nessuna relazione con noi prima d’ora”, ha concluso il segretario Cisl Roberto Chierchia. E al fianco dei dipendenti Cup, oltre ai sindacati, sono scese in campo anche alcune forze politiche.

INTERROGAZIONE – Infatti partita un’interrogazione parlamentare da parte degli ex deputati Pd Monica Gregori e Stefano Fassina per chiedere l’intervento del Governo sulla delicata questione. “L’attuale bando – secondo la Gregori – predisposto da personale dirigente indagato dalla Procura di Roma per favoreggiamento e false dichiarazioni al Pubblico Ministero, in merito al bando Cup annullato nel 2014, non prevede come obbligo, tranne che per le persone con disabilità, la riassunzione del personale attualmente in servizio nel ruolo e nel livello contrattuale raggiunto. Tutto ciò è in contrasto con le disposizioni a tutela del lavoro previste dalla legge e dalle nuove direttive comunitarie, sulla base anche dei nuovi indirizzi previsti dalla riforma degli appalti pubblici, risultando anche in violazione all’articolo 7 della Legge Regionale del Lazio n. 16/2007”. La Regione ha poi chiarito che nel bando verrà inserita un’intoccabile clausola di solidarietà a tutela dei diritti dei lavoratori e delle categorie svantaggiate.

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