Sondaggi Regionali: il gradimento per il presidente vede al primo posto Zingaretti, tallonato dalla Lombardi e Pirozzi, al quarto posto Parisi

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Ah i sondaggi che passione, pencolano, urtano, sbalzano e risalgono come il dimenticato aquilone di Giovanni Pascoli, eppure per certo danno per il Lazio, una presumibile vittoria di Nicola Zingaretti che per alcune rilevazioni è già al 40% dei consensi seguito dalla grillina Roberta Lombardi, da Stefano Parisi investito “just in time” da tutto il centro destra, Matteo Salvini incluso, e infine da Sergio Pirozzi destinato, secondo i più, a far perdere il centro destra nel Lazio.

Certo i sondaggi vengono condotti con rigorosa campionatura di interviste e secondo un universo di elettori statisticamente stimato, ma qualche volta (per carità non è certo un male) risentono di un certo clima politica che si crea attorno ai vari candidati a rischio di figuracce dell’ultima ora.

Questo vuol dire che Nicola potrebbe non vincere? Certamente no, ma risulta poco credibile quel 40% che gli si accredita con un Pd che a Roma viaggia sul 22%, secondo le stesse rilevazioni dell’Istituto di rilevazione Piepoli di dicembre. Se i sondaggi confermano i rapporti di forza dei partiti, c’è il problema del gradimento dei candidati che nello sgretolamento dei partiti tradizionali talora valgono più delle sigle. 

Qui le cose, come ben noto al Cavaliere che di sondaggi alimenta le sue scelte politiche, appaiono leggermente diverse perché da alcune rilevazioni di fonte Rai risultano i seguenti risultati che vi proponiamo paro paro.

Nicola Zingaretti 31-33%, Lombardi 24-26%, Pirozzi 22-24%, Parisi 20-22% e infine Antonini di Casa Pound con il 3-5% che qualche problemino ai Fratelli della Meloni, che a livello nazionale sfiora il 5%, dovrebbe crearlo.

Questo, ribadiamo, è il gradimento dei candidati ma siccome il voto regionale si intreccia con quello politico le carte in tavola potrebbero cambiare per chi, come Sergio Pirozzi, ha solo un embrione di partito, quello dello “scarpone” , che comunque non presenterà una sua lista al Senato per il Lazio.

Questa situazione può rassicurare il favorito Zingaretti che peraltro costruisce una alleanza di Sinistra/sinistra in controtendenza con la linea nazionale del suo partito, il Pd. 

Sullo sfondo l’incognita di quel 25% che, secondo le autorevoli rilevazioni, sono ancora incerti su chi votare, sia alla politiche che alle regionali e quel 30% che nemmeno andrà a votare.

Ergo, lasciamo al popolo sovrano le scelte ma non facciamo dei sondaggi (che a breve verranno silenziati) strumento di propaganda politica.

Giuliano Longo 

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