L’amore (del pubblico) e la follia (di Max Tortora): risate al Sistina

Bagno di folla e commozione per la prima dell'attore romano, in scena fino al 9 novembre

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Martedì 4 novembre è andata in scena la prima al Teatro Sistina di Roma dello spettacolo di Max Tortora “L’amore e la follia”, one man show in programma nello stesso teatro fino al 9 novembre. Numeroso il pubblico presente (tra cui nelle primissime file Aldo Biscardi e Giancarlo Magalli), che non ha voluto mancare al primo dei sei nuovi appuntamenti dell’attore romano.

LO SPETTACOLO – In realtà di nuovo, come ha confermato anche lo stesso Tortora in apertura, non c’è nulla rispetto alle ultime uscite. Il suo stile, e di conseguenza il succo della serata, tuttavia resta quello di sempre, spigliato, divertente, iper efficace e degno di un grande uomo di spettacolo, senza bisogno di cambiare granchè, forte di un linguaggio colloquiale in cui le parolacce sparse servono a rendere più pungenti le battute. Un artista che apre il suo show con “Ovindoli“, la “hit parodia” della canzone “The lion sleeps tonight” rivisitata in chiave popolar-comica e con riferimento al paesino abruzzese, supportato su uno splendido palco da un’impeccabile band di sei elementi e due avvenenti ballerine. Da lì lo spettacolo si divide in tre parti, per la durata totale di circa due ore: nella prima il “gigante di Roma” ripercorre i grandi classici di musica italiana e internazionale modificandone parole e interpretazioni, da “Dimmi che non vuoi morire” di Patty Pravo a “Stay alive” dei Bee Gees, senza dimenticare “Grande, grande, grande” di Mina e altri capolavori di Renato Zero, Antonello Venditti, Gipsy Kings e Simple Minds; per la seconda parte Tortora decide di affrontare faccia a faccia il pubblico, come fatto brevemente nei primi minuti, e di disintegrargli causa risate lo stomaco a suon di battute irresistibili, prima di buttarsi a capofitto nelle imitazioni (perfette) di Adriano Celentano, Renzo Arbore e Amadeus, in quest’ultimo caso con la partecipazione del simpatico Roberto Andreucci.

GLI OMAGGI – Le ospitate sul palco dell’amico napoletano Stefano Sarcinelli, con cui Max Tortora intrattiene esilaranti gag, e del chitarrista Sergio Caputo aprono una intensa terza parte, dove il protagonista omaggia lo scomparso Franco Califano con una toccante interpretazione vocale, dopo cui non riesce a trattenere la commozione, e il mitico Alberto Sordi. La serata termina tra applausi scroscianti, per una prima fortunata. “L’amore e la follia” è uno spettacolo di riferimenti alla vita quotidiana, al sesso, ai primi approcci maschili con le donne, alle prese in giro subìte per via dell’altezza e alla tv di una volta, ma che da tremendamente divertente sa cambiare e diventare all’improvviso serio e malinconico nel ricordo di due personaggi importanti scomparsi dal mondo dello spettacolo. Max Tortora non ha bisogno di ulteriori consacrazioni nè presentazioni, ma ricordare ogni volta quanto sa fare bene il suo mestiere e quanto è in grado di intrattenere e coinvolgere gli spettatori è d’obbligo.

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