Canale Nove, con Pablo Trincia tra i “Lupi”

Il reporter presenta un ciclo di documentari internazionali. In onda da domenica 17 luglio

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Pablo Trincia, giornalista, documentarista e reporter, due volte premio giornalistico televisivo Ilaria Alpi (iInfiltrato tra i profughi afghani 2010 e Krokodil, la droga che ti mangia 2013), debutta sul canale Nove presentando il ciclo di documentari internazionali “Lupi – Limited Access Area” (un progetto Discovery Italia realizzato da Pesci Combattenti, 2016, 6 eps. x 60’), in prima tv da domenica 17 luglio alle ore 23.

Lupi – Limited Access Area apre una finestra su mondi popolati da “predatori” senza scrupoli, che solo apparentemente sono distanti da ciò cui siamo abituati. Questi “lupi” sono narcotrafficanti, pedofili, estremisti religiosi, sfruttatori di uomini. Pablo Trincia, che ha fatto del giornalismo d’inchiesta con focus su realtà internazionali la propria “vocazione”, potrà spiegare il senso di racconti impegnati, a volte crudi, che mostrano tanti aspetti nascosti legati a realtà illegali e pericolose. E quali sono i segreti del mestiere che trasformano un’inchiesta d’attualità, condotta anche attraverso intercettazioni, interviste a volto coperto, telecamere nascoste, in un racconto emozionante e coinvolgente.
“Lupi” propone sei storie, sei viaggi che rappresentano il meglio della produzione internazionale del video giornalismo di frontiera.

“Il cacciatore di pedofili” (Paedophile Hunter, Amos Pictures per Channel4, Regno Unito 2015), “Amazzonia criminale” (Secret Amazon, episodi The valley of cocaine e The Tentacles of drug trade, produzione 93Metros, Spagna 2015), “I corrieri della droga” (Drug runners: the Peruvian Connection, Ronchan Films per Channel4, Regno Unito 2015), “En tierra hostil” (Congo e Ceuta, Verta/Atresmedia Televisión, Spagna 2015).

Il Cacciatore di pedofili racconta le azioni sotto copertura del “vigilante” inglese ed ex detenuto, Stinson Hunter, che, insieme ai suoi compagni, combatte gli abusi sessuali sui minori. La squadra utilizza falsi account di chat per incontri, attirando pedofili in appuntamenti-trappola per riprenderli in volto, chiamare le forze dell’ordine e rendere note le loro immagini e generalità su internet. Il documentario è pluripremiato: Miglior documentario ai Broadcast Awards 2016, Grierson Awards 2015 per il Miglior documentario su un tema d’attualità, Bafta 2015 per il “Best Single Documentary”.

Amazzonia Criminale racconta il narcotraffico, attraverso le inchieste del videoreporter spagnolo David Beriain. Nel primo capitolo, “La valle della cocaina”, Beriain viaggia nella valle della Vrae in Perù, per risalire all’origine del più grande flusso di produzione di cocaina al mondo. Un luogo vasto 200mila ettari (come 20mila campi da calcio) interamente coltivato a piante di coca da più di 40mila coltivatori, che ogni anno producono 200 tonnellate di “foglia sacra”.

Nel secondo, “I tentacoli del narcotraffico”, si va al centro del business della droga, per seguire le principali vie di smercio e commercializzazione della cocaina, da quando questa lascia i confini del Perù per raggiungere i quattro angoli del pianeta. Un viaggio in cui oltre al valore “della merce”, si moltiplica via via la difficoltà di gestione del fenomeno, tra mafie, corruzione, corrieri e controlli doganali.

I corrieri della droga” raccoglie la testimonianza di due donne europee, Melissa Reid e Michaella McCollum, condannate e detenute in Perù per aver tentato di contrabbandare droga verso la Spagna. Un accesso inedito e privilegiato sui meccanismi che ruotano attorno al traffico di stupefacenti: da chi recluta e prepara i cosiddetti “muli” (i corrieri), a chi realizza valigie speciali, a chi si occupa di combattere il fenomeno.
En tierra hostil” propone due storie vissute e raccontate dal giornalista investigativo spagnolo Jalis De La Serna.

Nella prima, Jalis viaggia in Congo per svelare cosa si nasconde nella ricca zona mineraria al confine con il Ruanda. Qui si estrae il Coltan, minerale che è oggi la più insostituibile risorsa nell’industria di computer e telefonia. Una produzione che è diventata oggetto di traffici illegali e sanguinari contrabbandi. Nel secondo documentario, Jalis mostra come nella città autonoma di Ceuta, avamposto spagnolo in Africa, sia operativa la cellula jihadista più vicina e pericolosa per l’Europa. Dove anche minorenni vengono reclutati e addestrati per la causa del radicalismo islamico.