M5S, la rivincita di Cassimatis su Grillo: «Sono io la candidata di Genova adesso»

Il commento dopo l'accoglimento del suo ricorso da parte del Tribunale civile del capoluogo ligure

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Arriva oggi la rivincita su Beppe Grillo di Marika Cassimatis. “Abbiamo vinto su tutti i fronti.

Siamo veramente contenti di questo perché la legalità viene ripristinata”, ha detto ad Askanews Marika Cassimatis, vincitrice delle comunarie del M5s dello scorso 14 marzo per il candidato sindaco di Genova poi “scomunicata” da Beppe Grillo, commentando l’accoglimento del suo ricorso da parte del Tribunale civile del capoluogo ligure.

“Non avevamo comunque dubbi – ha spiegato Cassimatis – perché chiaramente il ‘fidatevi di me’ di Beppe Grillo è un discorso da bar ma se si parla di cose serie, di regole e regolamenti, non vale.

IL FUTURO DI CASSIMATIS

Adesso vediamo quali saranno gli step che porterà avanti lo staff e lo stesso Grillo ma al momento – ha sottolineato la docente – io sarei la candidata sindaco di Genova per il Movimento 5 Stelle“.

“La sentenza del giudice – ha aggiunto Cassimatis – dice chiaramente che il ripescaggio di Luca Pirondini è stato annullato ed è stato validato il responso delle comunarie del 14 marzo.

Non so se ci saranno delle contromosse da parte di Grillo ma questo è quanto ha stabilito il giudice.

Quindi siamo veramente contenti – ha concluso – non soltanto per noi ma anche per tutti gli attivisti.

Ci hanno sostenuto e ci hanno chiesto di andare avanti e di non aver paura”.

GRILLO CAPO POLITICO

Anche se Grillo è il “capo politico” del Movimento non ha il potere di veto sulle decisioni delle assemblee telematiche.

Tali decisioni anzi sono vincolanti per lui e per gli eletti.

È quanto scrive il giudice Roberto Braccialini nell’ordinanza con cui ha accolto l’istanza di Marika Cassimatis.

Il giudice fissa alcuni principi fondamentali per tutta la vicenda del “caso Genova”.

LE REGOLE

“Nonostante non sia particolarmente agevole ricostruire le regole organizzative del Movimento e l’istanza dirigista riconosciuta a Grillo, quest’ultimo non ha un potere di intervento nel procedimento di selezione delle candidature”.

Il Giudice scrive: “Le assemblee telematiche producono deliberazioni vincolanti per il capo politico e per gli eletti”.

“Grillo ha un ruolo di indirizzo e impulso particolarmente penetrante”

Però, in “materia di candidature locali, non si identifica nel diritto di ultima parola”.

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