Endometriosi, infertilità di coppia e personalizzazione della terapia al centro dell’evento “We ART MERCK”

Celebrare la storia di Merck nel campo della fertilità ed il contributo della ricerca italiana in quest’area terapeutica

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Gli esperti della Procreazione Medicalmente Assistita si sono riuniti a Padova per WE ART MERCK, l’evento ideato da Merck, azienda leader in ambito scientifico e tecnologico, per celebrare la sua storia nel campo della fertilità e la volontà di continuare ad apportare progresso e innovazione in quest’area.

Con WE ART MERCK, l’azienda ha proposto un momento di confronto che poggia le basi su una storia di eccellenze italiane e guarda al futuro, con l’obiettivo di illustrare alle nuove generazioni di clinici e biologi uno stato dell’arte della PMA, nell’ottica di un continuo progresso scientifico.

Tra le tematiche al centro dell’evento, l’endometriosi, l’infertilità di coppia e la personalizzazione della terapia.

“Oggi è possibile convivere con l’endometriosi – afferma Edgardo Somigliana – Docente all’Università degli Studi di Milano e Responsabile del Centro di Procreazione Medicalmente Assistita all’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano – tenendo sotto controllo i sintomi e mantenendo una buona qualità di vita. Il primo importante passo è che le pazienti accettino la malattia e che comprendano che può essere ben curata anche se una cura immediata e definitiva non esiste.  Negli ultimi anni l’approccio terapeutico alla malattia è totalmente cambiato rispetto al passato in cui prevaleva quello chirurgico: ove possibile, attraverso una terapia farmacologica (pillola o progestinici) si cerca ora di creare un ambiente ormonale stabile che di fatto consente di avere ottimi risultati nella maggior parte delle pazienti. Il dolore che spesso affligge le donne affette si manifesta, infatti, per lo più come conseguenza delle fisiologiche fluttuazioni ormonali. Abolendole, si va ad interrompere il circolo vizioso che causa il dolore.  Se poi la paziente desidera un bambino, può sospendere le cure e cercare di concepire naturalmente; una gravidanza generalmente impatta positivamente anche sull’endometriosi poiché produce gli stessi benefici di stabilizzazione che si ottengono con la pillola o i progestinici mantenendo, quindi, costanti le fluttuazioni ormonali tipiche della malattia. Dopo la gravidanza, come dopo la sospensione di qualunque terapia ormonale, le fluttuazioni ormonali ricominciano e la sintomatologia si ripresenta – conclude il Prof. Somigliana –  per cui è buona norma non “dimenticarsi” della malattia e riprendere la terapia ormonale assunta in precedenza”.

L’endometriosi è causa di infertilità nel 15-20% dei casi e circa la metà delle pazienti con endometriosi è infertile.

“Un grande aiuto per queste donne può arrivare dalle tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita – afferma Filippo Ubaldi, Direttore del Centro di PMA GENERA, vicepresidente SIFES (Società Italiana di Fertilità e Sterilità) – e il percorso terapeutico dipende da diversi fattori quali l’età della donna, la riserva ovarica, da quanto tempo cerca la gravidanza e se ha o meno dolore. In presenza di dolore, infatti, l’eventuale sintomo infertilità deve passare in secondo piano e il medico deve prima pensare a curare il sintomo dolore. Di fondamentale importanza è l’età: in una donna di 39-40 anni con endometriosi che cerca un figlio da più di un anno, sottoporre la paziente a fecondazione in-vitro può rappresentare un valido approccio terapeutico. Viceversa, in una donna con più tempo riproduttivo a disposizione, per esempio a 30 anni, con una buona riserva ovarica e senza altri fattori d’infertilità di coppia che cerca un figlio da più di un anno, si dovrebbe cercare di curare l’endometriosi medicalmente e/o chirurgicamente per poi lasciarla provare a concepire spontaneamente per almeno 6-12 mesi.  Nel caso, invece, di quelle donne più giovani, con età inferiore a 35-36 anni, che devono sottoporsi alla rimozione chirurgica di voluminose cisti endometriosiche (endometriomi) soprattutto se bilateralmente – conclude il Dottor Ubaldi – è molto consigliata la crioconservazione degli ovociti perché un intervento chirurgico bilaterale alle ovaie comporta un rischio di menopausa precoce pari al 2,6% e in ogni caso determina una riduzione significativa della riserva ovarica”.

Negli ultimi anni l’esperienza clinica e le evidenze scientifiche raccolte hanno permesso di capire che ogni paziente è differente dall’altro e che un trattamento standard non può essere la chiave per ottenere una risposta ottimale. È necessario, quindi, studiare e conoscere in dettaglio la fisiologia dell’apparato riproduttivo maschile e femminile e di conseguenza applicare approcci terapeutici personalizzati, studiati per rispondere efficacemente alle caratteristiche dei singoli.

“Merck è impegnata nella lotta all’infertilità da più di 60 anni, una storia – ha dichiarato Antonio Messina, a capo del business biofarmaceutico di Merck in Italia – che si caratterizza non solo per l’attenzione ai bisogni dei pazienti ma, anche, per la volontà di essere pionieri nell’innovazione e guidare il progresso scientifico in questo settore, grazie alla collaborazione con gli specialisti e a un continuo impulso alla ricerca, interna e esterna”.

Un esempio concreto della volontà di Merck di favorire il progresso scientifico in quest’area è rappresentato dal Grant for Fertility Innovation, il premio Merck sulla ricerca traslazionale nel campo della fertilità che in 8 anni ha finanziato 51 progetti, di cui 10 italiani, per un investimento totale di 12 milioni di euro; inoltre, con l’ingresso nelle Fertility Technologies, nel 2014,  Merck ha confermato di voler essere sempre di più un Healthcare Provider a 360 gradi, affiancando al proprio portafoglio di medicinali per la cura dell’infertilità una gamma di tecnologie per i laboratori di PMA, con l’obiettivo di promuovere l’eccellenza in laboratorio per ottimizzare i risultati dei trattamenti: un approccio olistico, che va oltre il farmaco, e, sempre di più, si rivolge non solo alla donna ma all’intero nucleo familiare.

WE ART MERCK è parte delle iniziative speciali pensate per i 350 anni di Merck.

 

 Informazioni su Merck

Merck è un’azienda scientifica e tecnologica leader nei settori Healthcare, Life Science e Performance Materials. Circa 53.000 dipendenti operano per sviluppare tecnologie in grado di migliorare e allungare la vita – dalle terapie biofarmaceutiche per il trattamento del cancro e della sclerosi multipla a sistemi all’avanguardia per la ricerca scientifica e la produzione, ai cristalli liquidi per gli smartphone e i televisori LCD. Nel 2017 Merck ha generato vendite per 15,3 miliardi di Euro in 66 Paesi.

Fondata nel 1668, Merck è la società farmaceutica e chimica più antica al mondo. Ancora oggi, la famiglia fondatrice detiene la quota di maggioranza della Società. Merck (Darmstadt, Germania), detiene i diritti globali sul nome e marchio Merck. Le sole eccezioni sono costituite da Stati Uniti e Canada, dove la Società opera con le denominazioni EMD Serono, Millipore Sigma e EMD Performance Materials.

Merck e il trattamento dell’infertilità

Merck è il leader mondiale nei trattamenti per l’infertilità, e l’unica azienda che offre una completa gamma di trattamenti per l’infertilità per ogni fase del ciclo riproduttivo e i tre ormoni necessari per il trattamento dell’infertilità prodotti con tecniche da DNA ricombinante: follitropina alfa (FSH ricombinante), per la stimolazione  ovarica nelle donne e per indurre la spermatogenesi negli uomini; coriogonadotropina alfa (hCG ricombinante), per favorire la maturazione finale dei follicoli e il rilascio degli ovociti; lutropina alfa (LH ricombinante) e l’associazione follitropina alfa/lutropina alfa, per la stimolazione follicolare in donne con grave carenza di LH e FSH; cetrorelix acetato per prevenire l’ovulazione prematura; progesterone gel vaginale, per aiutare le fasi iniziali ed il mantenimento della gravidanza.