Formula 1, la cavalcata di Lewis Hamilton e la “confessione” di Sebastian Vettel

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Il trend nel quale sta viaggiando la Mercedes è palesemente a suo favore: la vittoria schiacciante di Lewis Hamilton ad Austin, ottenuta con un grande sorpasso ai danni di Sebastian Vettel, che lo aveva bruciato alla partenza, nelle prime fasi di gara, è la prova lampante della superiorità tecnica delle Frecce d’Argento, il cui capitano si è dimostrato essere uno dei migliori piloti in circolazione, a dispetto delle critiche.

Ormai avviati verso il finale di stagione, e con la quasi matematica certezza della vittoria dell’inglese, si cominciano a fare i primi bilanci di questo 2017, e quelli del tedesco della Ferrari non sono proprio esaltanti, adducendo alla mancata conquista del titolo gli errori di tutta la squadra. Secondo Vettel, al di là della sfortuna che si è abbattuta su Maranello nelle tre gare precedenti a quella in Texas, questo Mondiale è stato sostanzialmente perso a causa dei suoi sbagli e quelli dell’intero team, che, seppur pochi, sono stati determinanti alla fine dei giochi, ammettendo indirettamente la superiorità di Hamilton e della Mercedes.

E in effetti quest’anno possiamo dire che la scuderia tedesca è sempre stata un passo avanti rispetto alla Rossa. Il frutto di un lungo progetto che fin dal 2014 ha garantito la sua supremazia mondiale, che in tempi abbastanza recenti si è visto solo con la McLaren-Honda tra il 1988 e il 1991 e la Ferrari tra il 2000 e il 2004. Un dominio che ha suscitato naturali polemiche tra le varie squadre avversarie, legate soprattutto alla sua eccezionale Power Unit, sulla quale si è detto di tutto e di più, anche le ipotesi più fantasiose.

Tuttavia, è innegabile che la Mercedes abbia amministrato egregiamente il vantaggio tecnico acquisito negli ultimi quattro anni, e che Lewis Hamilton sia uno dei migliori piloti in piazza, sicuramente alla pari con Sebastian Vettel.

Di sicuro la battaglia in questo 2017 è finita, ma non di certo l’epocale guerra che unisce le due case automobilistiche fin dai tempi del mitico Tazio Nuvolari, quando in Germania nel 1935 mise in ginocchio con un’Alfa Romeo schierata dalla Scuderia Ferrari le mitiche Auto Union e Mercedes-Benz di fronte a uno stupefatto Adolf Hitler e a Benito Mussolini, venuti ad assistere personalmente alla gara.

Simone Pacifici