Alfa Romeo-Sauber: l’operazione nostalgia in Formula 1 non è una novità

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Ha sicuramente lasciato spiazzati non pochi la notizia del ritorno dell’Alfa Romeo in Formula 1 come sponsor (e forse nel futuro qualcosa di più) della Sauber nel 2018. L’operazione nostalgia voluta da Sergio Marchionne s’inserisce in un vero e proprio piano di rilancio di un marchio storico legato alla FCA e alla Ferrari (che offrirà in cambio supporto tecnico ed economico al team svizzero).

Non è la prima volta che vediamo un vecchio simbolo della Formula 1 tornare in pista dopo un suo abbandono: ricordiamoci la stessa Alfa Romeo, che negli anni Sessanta e Settanta si rivide a sprazzi come fornitrice di motori (conquistando due vittorie nel 1978 con la Brabham guidata da Niki Lauda), poi dal 1979 come proprietaria di una scuderia tutta sua, esperienza che si rivelò fallimentare (i migliori risultati in sette stagioni furono due secondi posti ottenuti da Andrea De Cesaris nel 1983).

In tempi recenti abbiamo invece avuto la diatriba tra la malese Lotus F1 Team di Tony Fernandes e la Lotus-Renault, a causa della decisione della Proton e del Group Lotus, proprietari dei diritti del celebre marchio, di ritirare l’autorizzazione concessa nel 2010 alla prima di utilizzare il nome della leggendaria squadra sulle proprie vetture, dandola invece alla Renault. La causa legale si risolse nel 2012 con il cambio del nome del team asiatico in Caterham, casa automobilistica di proprietà di Fernandes, mentre la Lotus-Renault fu riconosciuta come la legittima “erede” dello storico team (che fu poi costretta a chiudere i battenti nel 2015 a causa di problemi finanziari).

Da non dimenticare infine il tentativo di McLaren e Honda di rimettere insieme il binomio vincente che molti anni prima ottenne quattro titoli piloti e costruttori consecutivi (nel 1988, ’90 e ’91 con Ayrton Senna e nel 1989 con Alain Prost), terminato quest’anno con tantissima amarezza (nemmeno un podio conquistato).

L’operazione Sauber-Alfa rischierebbe dunque di fallire, visti i precedenti? Non necessariamente: fin da subito si è capito che quello che si è appena formato sarà di fatto un junior team della Ferrari, alla stregua della Toro Rosso per la Red Bull, nel quale saranno piazzati i giovani della Driver Academy che aspirano, un giorno, a guidare la Rossa (come il monegasco Charles Leclerc, che infatti debutterà in F1 nel 2018 proprio con la Sauber).

Niente aspettative trionfali, perciò. Questa non sarà una squadra pronta a lottare per il titolo, ma piuttosto un laboratorio per i pupilli di Maranello.

Simone Pacifici