La corda del giustizialismo impicca i 5Stelle

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Chi di giustizialismo ferisce di giustizialismo perisce. Questa la lezione che i 5stelle, e non solo loro, dovrebbero apprendere dopo l’esplosione del caso Muraro, l’assessora ai rifiuti indagata (non si comprende ancora bene per quale filone di indagine). La sua vicenda infatti potrebbe intrecciarsi nei procedimenti che hanno portato al processo Cerroni, imperatore della “monnezza”, oppure per la sua più che decennale consulenza quale ‘sorvegliante’ degli impianti che producono Tmb, due dello stesso Cerroni e due della municipalizzata.

Ma, aldilà delle indagini della Procura, che aveva inserito la posizione della Muraro già dallo scorso aprile, rimane un nodo da sciogliere: per i 5stelle, vestali incorrotte della trasparenza e della legalità, è sufficiente che un loro amministratore o un loro sindaco si debba dimettere solo per una iscrizione al registro o è necessario che riceva un fulminante un avviso di Garanzia? Nel caso del sindaco di Livorno, Nogarin, valse il principio che occorreva attendere l’esito delle indagini per poi decidere. Ma Roma non è Livorno e qualsiasi criterio giustizialista rischia di paralizzare la capitale,già inquinata in diversi settori, dai rifiuti ai trasporti, dalle municipalizzate ai gangli amministrativi.  Dire che solo essere indagati (senza alcun avviso di garanzia) rappresenta motivo di dimissioni comporta seri rischi. Intanto perchè richiede una analisi accurata dei curricula dei candidati anche della loro vita privata (indagine che sarebbe meglio affidare all’FBI). Poi implica una successiva e occhiuta sorveglianza sulla quotidianità di ogni amministratore per evitare casi come quello di Ignazio Marino, “silurato” per 12.000 euro di scontrini sulla carta di credito del Comune.

L’alternativa è quella di reclutare solo magistrati rigorosamente controllati nei loro atti dall’anticorruzione di Cantone. Ma anche con una Giunta “da Palazzo di Giustizia”  si corrono rischi, come dimostrano le polemiche sulla nomina dell’ex procuratore della Corte dei Conti De Dominicis reo di essere stato contattato dallo studio Sammarco, già datore di lavoro della Raggi. Per non parlare della magistrata Raineri, ex capo di gabinetto, che dopo il parere di Cantone, non ha ritenuto opportuno proseguire quella esperienza che avrebbe potuto nuocerle non solo all’onore, ma anche allo stipendio. C’è poi un altro scenario implicito. Se è vero che i vertici del Movimento erano informati dell’avviso di Garanzia della Muraro (ignara della sua iscrizione sino a metà luglio) significa che anche nel caso di Roma una scelta di principio è già stata fatta. E allora lo dicano chiaramente estendendo il principio a tutti i casi che potranno in futuro verificarsi. Altrimenti si rischia l’ambiguità di un giustizialismo conclamato, ma praticato secondo le convenienze. Senza contare che la semplice iscrizione anche solo per  una multa sarà sufficiente a minare la credibilità di eletti ed amministratori. Soprattutto a Roma dove si naviga in settori di per se già inquinati quali trasporti, rifiuti, amministrazione ecc, con alta probabilità di finire, prima o poi, in qualche fascicolo della Procura. Timore largamente diffuso nell’amministrazione capitolina dove oggi il più modesto impiegato prima di firmare qualcosa si prende tempi biblici.

Se il mito giustizialista, con buona pace di Travaglio, dimostra le sue crepe, anche quello della “trasparenza” e del “controllo dal basso” non brilla. Quando per scegliere gli assessori ci si affida ai “consigli” di uno studio legale “amico” o si recuperano dal passato dirigenti come Marra e si promuove un modesto funzionario come Romeo che ha l’unico merito di essere stato un pentastellato della prima ora. Con questi criteri, dalla trasparenza si passa alle nebbie del clientelismo amicale.  Infine un quesito: se stimati personaggi quali Minenna, la Raineri, Rettighieri, se la danno a gambe, chi se la sentirà ancora di collaborare con Virginia abbandonando sponde più tranquille e remunerate? Il giustizialismo è una corda corta e i cinque stelle se la stanno aggiustando al collo prima che la botola si apra.

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