Zingaretti presenta le liste Pd per le Europee: 76 candidati, 39 donne e 37 uomini

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I candidati per il Pd alle Europee sono 76, di cui 39 donne e 37 uomini, un terzo non iscritti al partito, solo due di Articolo 1-Mdp.

“Ho mantenuto l’impegno di non stipulare un accordo politico tra partiti diversi – ha affermato il segretario dem Nicola Zingaretti -, Articolo 1 sosterrà la lista contro il rischio di vittoria dei sovranisti”.

“Lo slogan che sembrava quasi un sogno di costruire una grande alleanza da Macron a Tsipras sara’ contenuto nella lista che presentiamo”, ha detto Nicola Zingaretti.

Confermati i cinque capilista: Carlo Calenda (partner dell’avventura con il manifesto Siamo Europei) a Nordest, Giuliano Pisapia a Nordovest, Simona Bonafè al Centro, Franco Roberti al Sud e Caterina Chinnici nelle isole.

Tra i nomi più famosi quello di Pietro Bartolo, medico dei migranti a Lampedusa reso celebre dal documentario ‘Fuocoammare’, numero due in lista in Sicilia e Sardegna. Nella circoscrizione centro figura al numero 5. Nella stessa lista anche il capo della Commissione europea a Roma Beatrice Covassi, che con Bartolo e’ in quota Demos, movimento legato al volontariato cattolico.

Al sud candidato il filosofo della politica e sociologo Angelo Bolaffi, nelle isole la dirigente della Commissione Ue Virginia Puzzolo e la pedagogista Mila Spicola. A nordest spicca l’ex capo dell’Agenzia spaziale Roberto Battiston. Nella circoscrizione Nordovest la curiosità è la candidatura di Caterina Avanza, bresciana di En Marche di Emmanuel Macron. Al numero due della stessa lista l’economista Irene Tinagli, voluta da Carlo Calenda.

I membri della Direzione Pd aderenti all’area politica Base Riformista si sono astenuti nella votazione sulle liste per le prossime elezioni Europee. Si tratta, spiegano fonti parlamentari, di una “astensione costruttiva”: determinante per la decisione presa dalla corrente che fa riferimento a Lotti e Guerini, è stata la scelta del segretario Zingaretti di presentare nelle liste esponenti di Mdp che in passato erano stati eletti con il Pd.
Per Base Riformista, tuttavia, non è in discussione l’apertura a sinistra, quanto le modalita’ di tale scelta.
Le stesse fonti spiegano altresì che l’astensione (e non il voto contrario) è stata motivata dal fatto che nelle liste vi sono anche autorevoli candidati che ben rappresentano le istanze riformiste presenti oggi nel Pd. In una fase come questa, concludono le stesse fonti, resta comunque di fondamentale importanza tenere sempre in primo piano l’unità del partito.

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