L’Italrugby mette a posto gli ultimi dettagli in vista del test match contro la Nuova Zelanda. Mancano ormai solamente 24 ore all’appuntamento che sabato vedrà allo Stadio Olimpico di Roma, scendere in campo una nazione storica come quella degli All Blacks, che tornano nella Capitale dopo la sfida del 17 novembre 2012 quando i “tuttineri” si imposero 42-10.
La giornata che prevede il match è riservata al consueto appuntamento con il capitano Sergio Parisse, che fa il punto sulla situazione. Una situazione nuova anche per lui, che per la prima volta scenderà in campo con Conor O’Shea in panchina.
«Per me questo è il primo approccio con Conor e lo staff – commenta Parisse –. Debbo dire che sono rimasto molto impressionato dal loro modo di lavorare e di gestire gli allenamenti. Nonostante 33 anni sono molto motivato, ne ho visti tanti di allenatori e sono molto contento di come abbiamo preparato la partita e di come la squadra risponde alle direttive dello staff. Chiaramente si vedrà con il tempo e con i risultati, ma personalmente sono molto contento».
Parlare dell’avversario di domani (sabato, ndr) è semplice, basta pensare al mito e ai risultati che la Nuova Zelanda si porta dietro. Una squadra che, dopo 18 vittorie, sabato ha visto chiudere questa striscia, battuta in un test match a Chicago contro l’Irlanda. «La Nuova Zelanda è una squadra talmente forte che a prescindere dalla formazione che scenderà in campo sarà per noi un grandissimo avversario – prosegue Parisse -. La loro qualità è l’umiltà e non montarsi mai la testa, per loro vestire la maglia All Blacks ha un significato particolare. Contro l’Irlanda hanno dimostrato di essere umani e di perdere solo contro un grandissimo avversario. Per quanto riguarda l’Italia vedrete una squadra motivata, il coach ci ha preparato al meglio».
Quella con gli All Blacks per Sergio Parisse sarà una partita particolare, dove diventerà il giocatore con maggiori convocazioni con la maglia azzurra. «In carriera ho vissuto momenti difficili e momenti bellissimi – termina il giocatore -, il più bello nel 2002 quando ho indossato per la prima volta la maglia, proprio contro gli All Blacks, momenti peggiori quelli legati agli infortuni».
La Federugby consegnerà sabato anche dei riconoscimenti ad alcuni giocatori che hanno fatto la storia del rugby: Michela Tondinelli per la formazione femminile, Marco Bortolami, Andrea Lo Cicero e Andrea Masi.
Foto servizio di Paolo Pizzi